|
|
|
La nebbia che avvolge il futuro di Poste sembrava essersi leggermente diradata all'annuncio del 28/12 di un accordo con Anima Holding sul futuro dell'asset management . E' bastata una prima lettura del criptico comunicato per capire che il grande sogno di creare un gruppo competitivo a livello europeo era tramontato. Il mercato non ha gradito e ha penalizzato i due titoli interessati rispettivamente dell’1% Poste e di circa il 4% Anima ( non dimentichiamo che Poste ormai viaggia costantemente sotto il prezzo di collocamento, mentre le strutture similari collocate in borsa negli altri paesi, valgono, alcune, anche il doppio del prezzo a cui furono collocate ). Questo era il grande accordo che doveva corroborare i due titoli coinvolti, ma è avvenuto il contrario, il giorno successivo Banca Imi riduceva il prezzo obbiettivo di Anima del 10%, e non scordiamo che Poste è azionista rilevante di Anima. La montagna ha partorito il topolino, una pietanza ne carne ne pesce, un ircocervo che letteralmente recita: “ Poste fornirà ad Anima masse minime sia per il ramo vita (ramo1) sia per le unit linked (ramo 3). E' previsto un meccanismo di earn out a favore di Poste. Durata dell’accordo max 15 anni. Una velina del Mossad sarebbe stata più esaustiva. Quando arriverà il tanto atteso piano industriale dovremmo leggerlo con l’ausilio degli aruspici. Ci permettiamo di ricordare che le società quotate hanno il dovere di fornire informazioni celeri e leggibili al mercato e che questo è un diritto degli azionisti, anche il più piccolo. Cosa ci riserva il futuro ? Poste farà la stessa cosa che farà Anima in concorrenza con la stessa ?Ci starà Anima a fare Pinocchio nel campo dei miracoli o ha un piano B ? Perché un piano che tutti aspettavano e per il quale si erano formalizzati degli impegni è stato cestinato per passare alle “masse minime “. Chi deciderà di queste ultime un luminare di fisica quantistica?Vorremo una maggiore chiarezza per capire quale “ parco buoi “ pagherà il conto ,se quello di Anima o quello di Poste o tutti e due. Noi non scriviamo in difesa dell’ex AD Caio, ma ci sembra quasi impossibile che tutto quello che ha fatto, detto e programmato sia stato e sia solo un grossolano errore. Se gli attuali ingressi degli uffici postali fossero murati e riaperti nella parte opposta di dove sono ora, potremmo dire che è una completa rivoluzione a 360 gradi. Infatti anche l’annunciato ritiro dalla telefonia, vista l’agguerrita concorrenza, e i sempre più risicati margini, è stato cancellato. L’attuale management, ha deciso di continuare e di non condividere le preoccupazioni dei big del settore per il prossimo arrivo in Italia di Iliad, la low cost del francese Niel, che con i suoi prezzi stracciati ha fatto sudare le sette camice a ben altre società telefoniche in Francia. Ma forse noi siamo in errore, abbiamo sempre pensato che fare più profitti era il motore per muovere investimenti,sviluppo e lavoro. Dobbiamo ricrederci, i tempi sono cambiati, e a pagare gli errori, oggi, non sono più quelli che li commettono, e pertanto il risultato è un optional,quello che conta sono i contatti . Buon anno, se può servire a qualcosa...
|
Cosa ne pensi? |
|
Per commentare l'articolo occorre essere loggati e rispettare la netiquette del sito. Se sei registrato effettua il login dal box qui a sinistra. Se ancora non sei registrato fallo cliccando qui |
I commenti: | |||
Commento 1) Beh, è il sistema e le sue LEggi ( Fatte per i soliti svariati giochetti societari a favore dei soliti furbi-ricchi ) che andrebbe cambiato !. Si viaggia sempre sulle spalle dei più che in gran parte non sanno più cosa fare come difendersi da Banche e Finanziarie se non trasferirsi da poveri su di un' isola deserta. Cordiali Saluti |
|||
Commento di: defraiav | Ip:95.247.48.187 | Voto: 10 | Data 07/01/2018 12:06:47 |
Sei
iscritto su Facebook, Twitter o G+?
Commenta e condividi l'articolo direttamente.
Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz
Un allarme occupazionale che preoccupa un intero settore, ancora chiuso per il lockdown e che non intravede una possibile data di ripartenza del business.
“Sollecitare un intervento governativo è vitale per recuperare l’operatività del settore automotive e la sua capacità di sviluppo decisiva per il progresso economico” – si legge nella lettera.
Un danno economico addizionale poiché non vi sono previsioni sulla data di riapertura dei luoghi di vendita (sale scommesse, sale bingo, sale giochi ecc...
L’emergenza coronavirus in corso non riguarda solo la salute ma anche l’economia delle famiglie, per questo Altroconsumo ha condotto un’indagine per analizzare il peso che sta avendo la pandemia sui bilanci degli italiani