|
|
|
Sei nella sezione Il Direttore   -> Categoria:  Editoriali
|
Ecco, ci siamo: hanno varato il decreto legge che promette di mettere le pezze a colori allo stato di bisogno economico delle famiglie italiane in stato di povertà. Immagino le grida di giubilo di molti, convinti che – finalmente! – la politica ha deciso di pensare davvero agli italiani e ai loro bisogni. Però, senza voler per forza smontare l’entusiasmo di chi non si è preso la briga di valutare a fondo i criteri di questa misura economica, sarà bene conoscerla più da vicino. Innanzitutto: per ottenere il cosiddetto “Reddito di inclusione” bisogna proprio esser poveri, tanto poveri. E’ infatti necessario dimostrare di avere un ISEE – Indicatore della Situazione Economica Effettiva – non superiore ai 6.000 euro per nucleo familiare. Inoltre, a parte la prima casa che non viene calcolata nei conteggi patrimoniali, è necessario dimostrare non essere in possesso di patrimoni immobiliari che superino il valore di 20.000 euro e, a seconda del numero dei componenti della famiglia, di non possedere patrimoni mobiliari che superino dai 6.000 ai 10.000 euro. Fin qui, i criteri economici per rientrare tra coloro che beneficeranno dell’agevolazione. Ma attenzione: ecco che arriva la truffa. Innanzitutto, gli importi che verranno assegnati alle famiglie aventi diritto, saranno variabili da 185 a un massimo di 485 euro, e in ogni caso, la durata massima dell’agevolazione economica non supererà i 18 mesi. Non è quindi un sostegno che verrà versato per periodi di tempo maggiore. Inoltre, nella prima fase gli importi verranno erogati unicamente a famiglie che abbiano in casa: o una donna in stato di gravidanza, o bambini o disabili. Quindi, dal primo Gemmaio 2018, non tutti gli aventi diritto otterranno l'assegno di inclusione. Ma c’è di più: tali importi, che verranno erogati attraverso la cosiddetta “Carta Rei”, una vera e propria carta di credito prepagata, su cui verranno versate le somme, non saranno utilizzabili totalmente come denaro. Ciò perché è stato previsto che, i beneficiari potranno al massimo prelevare il 50% dell’importo riconosciuto – nel caso dei 185 euro è pari a “ben” 92,5 euro, mentre il resto dell’importo dovrà essere utilizzato solo presso determinati negozi per – ad esempio – effettuare la spesa alimentare, o per pagare le bollette. Non è finita ancora: il decreto appena varato, prevede anche che coloro che rientreranno nelle circa 600.000 famiglie valutate come “in stato di povertà” dal governo, si rendano disponibili a un programma di inserimento al lavoro. “Bene”! direte voi. Male, dico io. Si, perché dobbiamo ancora capire cosa significhi “programma di inserimento al lavoro” e non vorrei fosse del tutto simile al terribile sistema tedesco, avviato da qualche anno in Germania con le riforme Hartz e che prevedono che, coloro cui è stato assegnato il reddito di cittadinanza, si rendano disponibili a entrare nel sistema lavorativo previsto, che però non è un vero progetto di reinserimento al lavoro, bensì una sorta di sfruttamento delle risorse umane, ma istituzionalizzato. In Germania funziona così: percepisci il reddito di cittadinanza – circa 600 euro al mese - – ma per ottenerlo, devi impegnarti a entrare nel “progetto di inserimento lavorativo” che ti propone di dover accettare indiscutibilmente, qualsiasi tipo di lavoro, anche pulire cessi, a tempo ultra determinato, visto che si tratta di lavori che spesso durano uno o due giorni, e nel caso in cui non accetti di svolgere una delle mansioni che ti vengono proposte, esci non solo dal programma di inserimento lavorativo, ma perdi pure l’assegno di cittadinanza. Meraviglioso, vero? Qualcuno penserà: “Meglio di niente, no”? E posso pure capirlo. Esistono situazioni nel nostro paese, al limite dell’ultimo stadio di povertà. Ma se riflettiamo bene, questo decreto non appare essere esattamente una soluzione per i poveri, e nemmeno un buon programma di inserimento lavorativo. Sembra piuttosto un buon programma di propaganda politica, in vista delle prossime elezioni, e un metodo per tastare concretamente il livello di accettazione, da parte dei cittadini, di compromessi sempre più al ribasso in relazione alla dignità umana. Poi, se qualcuno ritiene che questo sia il modo per occuparsi delle esigenze dei cittadini in crisi, padronissimo: potrà anche usufruire di un bello sconto del 5% (…) presso le farmacie e o negozi convenzionati. Invece di rendere gratuiti i farmaci per i poveri, gli fanno lo sconto. Sembra la replica, riveduta e corretta delle social card, le ricordate? Ormai, i governi invece di pensare davvero a come gestire l’economia dedicata alla popolazione e a come risolvere sul serio le esigenze dei cittadini, distribuiscono bonus a tempo. E incastrano la gente dentro gabbie da cui non potranno uscire mai più. Geni... ©Tutti i diritti riservati. La diffusione è concessa esclusivamente indicando chiaramente il nome dell'autore e il link che riporta a questa pagina |
Cosa ne pensi? |
|
Per commentare l'articolo occorre essere loggati e rispettare la netiquette del sito. Se sei registrato effettua il login dal box qui a sinistra. Se ancora non sei registrato fallo cliccando qui |
I commenti: | |||
Commento
1)
|
|||
Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 06:40:31 |
Sei
iscritto su Facebook, Twitter o G+?
Commenta e condividi l'articolo direttamente.
Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz
Quanti di voi conoscono i retroscena della riforma Lorenzin? Tracciati e documentai tutto nel mio libro inchiesta. Pecorelli, l’allora presidente AIFA, volò negli USA con la Ministro Lorenzin, per prendere questo importante incarico, assegnatoci direttamente dagli Stati Uniti: ciò conferma ciò che faccio emergere da anni, e che in pochi capiscono ancora. Le decisioni, in special modo quelle importanti, su economia, fisco, sanità, banche, sicurezza, nel sistema politico ed economico internazionale moderno, non sono prese internamente alle singole nazioni. Esistono trattati, accordi, strategie.
Una sorpresa inaspettata è arrivata con il varo del tanto atteso “Decreto rilancio”: sostegni alle startup che sviluppano videogiochi. In particolare, ai commi dal 15 al 21 dell’articolo 46 del decreto, in tema di sostegni alle startup innovative, si delinea un vero e proprio fondo – denominato First Playable Fund - che sarà creato per sostenere economicamente lo sviluppo del settore.
Ai tempi della Sars il mondo scientifico internazionale concordò su un punto: la diarrea è un veicolo di trasmissione da non sottovalutare, perché fu la causa del contagio nel 20% dei casi. A causa delle scariche di feci molli in pazienti che avevano contratto la malattia, un focolaio di Sars esplose a Hong Kong nel complesso residenziale di Amoy Gardens. Portare le mani alla bocca o agli occhi, dopo una scarica di diarrea, è uno dei fattori di contagio, eppure non se ne parla in maniera diffusa.
“Ogni parola che sapevo”, edito da Mondadori e nelle librerie dal 21 Gennaio. L’ha scritto il collega Andrea Vianello, ex direttore di Rai3 e noto al pubblico per aver condotto, dal 2004 al 2010, la trasmissione televisiva Mi manda Rai3, oltre ad Agorà, Enigma, La strada della verità, il TG2 e infine Rabona nel 2018, trasmissione che ha condotto fino a poco prima che avvenisse il suo dramma, raccontato con umanità e lucidità, tanto da farti sentire dentro la carne e nella profondità dell’anima le sue emozioni.