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Cambieranno nuovamente le norme che regolano i periodi di assenza per le malattia dei lavoratori? Sembrerebbe di sì. Almeno dalla proposta approdata in Commissione Affari Costituzionali del Senato presentata da Maurizio Romani, vice presidente della Commissione Igiene e Sanità. Una proposta che se approvata manderebbe in soffitta l’odiata legge Brunetta che ha il demerito, tra i vari punti che la compongono, di penalizzare economicamente i lavoratori nei primi dieci di assenza per ogni evento morboso. Quali le novità? Semplice: l’autogiustificazione per i primi 3 giorni di assenza per malattia dal lavoro. Il testo, composto di due articoli, prevede infatti che “in presenza di un disturbo che il lavoratore ritiene invalidante ma passeggero, sarà lui stesso – sotto la sua esclusiva responsabilità – a comunicarlo al medico, che si farà semplice tramite per la trasmissione telematica all’Inps e al datore di lavoro”. Una proposta, questa, che ha già incassato il sostegno da parte dell’ordine dei medici che da diversi anni proponevano appunto una revisione della normativa Brunetta. Perché oltretutto avrebbe anche la facoltà di “alleggerire” le responsabilità del medico che spesso deve prescrivere giorni di malattia per sintomi difficilmente diagnosticabili, come una forte emicrania o gli effetti devastanti dovuti alle notti insonni, o ai tanti improbabili mal di schiena, tanto per citarne alcuni. Diagnosi che vengono quasi sempre avallate basandosi sul rapporto di fiducia medico-paziente. E a quanti ipotizzano che l’autocertificazione possa favorire quell’assenteismo che si è cercato di arginare in tutti i modi, prevedendo anche il licenziamento per i furbetti oltre misura, la FNOMCEO (Federazione degli Ordini del Medici Chirurghi e Odontoiatri) prontamente risponde che, al contrario, sarà invece un modo per responsabilizzare i lavoratori. E che la normativa, se approvata, allineerà L’Italia ad altri Paesi, dove vige e con ottimi risultati. “Chi dovesse fare il fare il furbo, sottolinea Romani, dovrà assumersi le proprie responsabilità in caso di dichiarazione mendace, perché non ha più la copertura del medico di base che ne attesta la malattia”. Tutti d’accordo, quindi? Assolutamente no. La Uil boccia la proposta sul nascere accusando i medici di volersi togliere gran parte delle loro responsabilità rimandandole dritte dritte agli stessi lavoratori. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 22:59:20 |
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