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E’ l’Italia tutta, da Nord a Sud che sta vivendo ore drammatiche per la mancanza d’acqua. A rischio raccolti, bestiame ma anche la vita quotidiana. Molti, moltissimi i sindaci che nelle ultime ore hanno firmato ordinanze per razionalizzarne l’utilizzo prevedendo la chiusura del servizio, ove necessario, in alcune fasce orarie. Il Governo, per le province di Parma e Piacenza ha dichiarato lo stato di emergenza e stanziato otto milioni per far fronte alla crisi. Le immagini del Po in secca sono drammatiche, il letto d’acqua quasi prosciugato e le temperature previste per i prossimi giorni non promettono nulla di buono. Ma la situazione è critica anche in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e soprattutto Sardegna. Quest’ultima abituata da sempre a fare i conti col problema siccità e con l’inarrestabile disboscamento causato dagli incendi che ogni anno devastano centinaia di ettari di boschi , è letteralmente in ginocchio. Tanto che ben 59 comuni hanno comunicato all’ARGEA (Agenzia per la gestione e l’erogazione degli aiuti in agricoltura della Regione Sardegna) i danni agricoli relativi all’ondata di siccità e chiesto lo stato di calamità. La Regione, dal canto suo, comunica la disponibilità, una volta approvata dalla Giunta, a deliberare in merito. Ma agricoltori e pastori, avendo toccato con mano, più volte, le lungaggini burocratiche, ieri hanno voluto far sentire forte e chiaro la loro voce e per farlo hanno messo in atto una grande mobilitazione lungo la Carlo Felice, la SS131 che percorre la Sardegna in tutta la sua lunghezza. All’iniziativa, promossa dalla Coldiretti hanno aderito oltre 1500 tra agricoltori e pastori, esasperati da una situazione insostenibile che perdura da troppo tempo ed è diventata drammatica negli ultimi tempi. “In Sardegna è caduto il 40% di pioggia in meno con temperature superiori di 1,8 gradi la media del periodo, dopo mesi praticamente a secco: maggio (-95%), aprile (-71%) e marzo (-73%), sostiene la Coldiretti, facendo riferimento ai dati elaborati da l’Ucea. Il risultato, conclude la Coldiretti, è la perdita del 40% delle produzioni agricole con la dichiarazione dello stato di emergenza per l’Isola”. Richiesta che la Regione Sardegna, per mano dell’assessore Pier Luigi Caria, ha consegnato direttamente al ministro Martina. “Ho spiegato al ministro che prima della siccità le nostra campagne sono state vittime di altri pesanti eventi calamitosi: dalle nevicate alle trombe d’aria di gennaio sino alle gelate di aprile, Un mix di criticità che, per quanto riguarda il settore ovicaprino, si somma al basso prezzo del latte pagato alle nostre 11mila aziende pastorali. Adesso è chiaro a tutti in che condizioni versa uno dei comparti più importanti della nostra isola”. Una crisi del settore agro-pastorale che viene da lontano. Messo in ginocchio ulteriormente da una quest’ondata di siccità per il quale si attendono ora risposte concrete dal Governo. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 22:49:57 |
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