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Italia: nazione col piu' alto numero di tumori infantili al mondo

Italia: nazione col piu' alto numero di tumori infantili al mondo
Autore: Claudio S. Martinotti Doria - Redazione Scientific
Data: 03/06/2017

L’Italia è il paese che ha il maggior numero di casi di tumore infantile al mondo, ed è un dato incontrovertibile che non può essere attribuito in alcun modo agli stili di vita individuali o famigliari ma è imputabile all’inquinamento ambientale complessivo.

E la situazione negli ultimi anni è peggiorata, la responsabilità della classe politica è gravissima ed imperdonabile, in quanto collusa con le industrie farmaceutiche (che hanno tutto l’interesse a curare e non certo a prevenire) e soprattutto con gli inquinatori e le organizzazioni criminali che gestiscono il business dei rifiuti, e questo è un dato di fatto infamante, senza attenuanti.

Tumori pediatrici – Campania record negativo (e c’è chi si esalta…)

25 maggio 2017

Pubblichiamo l’acuta e documentata nota del professor ANTONIO MARFELLA, oncologo ed esponente di punta dei Medici per l’Ambiente, sulla incidenza dei tumori pediatrici in Campania. 

TUMORI PEDIATRICI IN CAMPANIA: UNA LETTURA DEI DATI INDIPENDENTE

In regione Campania i dati ufficiali dei registri tumori pediatrici, finalmente prodotti dopo decenni di (ben retribuito) silenzio, attestano, con grandissima soddisfazione del Presidente De Luca, che l’incidenza dei tumori pediatrici nella fascia di eta’ compresa tra 0 – 14 anni è di 163.9 casi per milione di abitanti (anno 2012).

Nel mondo intero, Paesi del terzo mondo inclusi quindi, questo dato oggi si attesta a 140 (anno 2010).

E’ il meno tre per cento rispetto al dato nazionale, che è però il peggiore di Europa e pare tra i peggiori del mondo! (Lancet Oncology 11 aprile 2017)

Raffrontare la Campania alla pessima Italia in cui alcuni registri tumori pediatrici certificano oltre 200 casi fra 0-14 anni per milione di abitanti (Umbria, Modena, Parma e Romagna) può rendere molto contento solo il nostro Governatore, non certamente tutti i cittadini campani nè i tecnici indipendenti come noi Medici dell’Ambiente.

Infatti, in base a dati ufficiali dei genetisti presentati ormai ben oltre 5 anni fa e che coprono un arco temporale di venti anni e non i soli ultimi cinque come i dati presentati ieri, appare chiaro che il differenziale tra la non industriale regione Campania e il resto della primatista mondiale Italia per tumori infantili si è ridotto da circa meno 23 % nel 1993 al solo meno tre per cento certificato ieri.

Questo certifica che in regione Campania la comparsa di casi di tumori infantili in età pediatrica e quindi non dipendenti da cattivi stili di vita individuali ma da cattivi stili di vita collettivi è cresciuta ad un ritmo molto maggiore pur rispetto della primatista europea e mondiale di tumori infantili che è l’intera Italia.

Antonio Marfella

 Ancora, venti anni fa (1993) non compariva ovviamente nessun picco di cancro alla tiroide, pur avendo registrato Chernobyl nel 1986 e pur essendo ovviamente il Vesuvio e i Campi flegrei fattori “confondenti” da sempre nella nostra regione, non solo oggi.

 

Oltre venti anni fa si cominciava ad esagerare nella produzione e nello smaltimento “a nero” illegale anche di rifiuti speciali ospedalieri radioattivi (vedi le riscontrate confessioni di Carmine Schiavone).

Da allora ad oggi continuiamo imperterriti a non avere una corretta e tracciata gestione dei rifiuti speciali, industriali e tossici (cioe’ dell’81 % del problema rifiuti oggi, specialmente in Terra dei Fuochi) dove ancora registriamo un tragico zero assoluto (dati ISPRA) nella presenza di impianti regionali per la corretta gestione e smaltimento ad esempio dei rifiuti ospedalieri (anche radioattivi) e tossici come l’amianto .

Da venti anni ad oggi la produzione di rifiuti speciali in generale e di rifiuti ospedalieri radioattivi non tracciati con certezza si è invece almeno quintuplicata.

In sintesi quindi possiamo dire, grazie anche ai dati dei registri tumori pediatrici campani presentati ieri, che la Campania viene ulteriormente certificata regina italiana delle attività industriali “a nero”, come da tempo certificato dalla DDA, che comporta smaltimento “a nero” e danno alla salute pubblica certo specialmente nella cosiddetta Terra dei Fuochi, espressione locale di una situazione ambientale degradata che evidentemente rappresenta solo la punta dell’iceberg del degrado ambientale in gran parte legato ad una industria fuori controllo nell’intera Italia.

Terra dei Fuochi è stata e continua ad essere la spia rossa lampeggiante di un problema ambientale gravissimo che sta danneggiando la salute pubblica in modo grave e specialmente la salute di tutti i bambini di Italia, non solo in Terra dei Fuochi.

Terra dei Fuochi è e resta, a quanto pare con dispiacere di molti che si preoccupano di tutelare solo i pomodori campani (oggi i più venduti, i più sicuri ed i più buoni di Italia, perché tracciati grazie a noi!), anche il marchio di onore di un movimento civile di ribellione di un intero popolo che si è svegliato e non accetta più di ricevere dati filtrati dalla politica, non discussi in trasparenza e non utili a indirizzare correttamente la politica.

Noi Medici dell’Ambiente della Campania siamo onorati di essere i consulenti tecnici gratuiti del nostro popolo, e abbiamo l’unica preoccupazione di restare credibili come professionisti.

Quando ho ritirato il premio Livatino lo scorso aprile 2017, ho fatto mia anche la massima del Giudice “ragazzino” Livatino:

“Non ci verrà chiesto quanto siamo stati credenti, ma quanto siamo stati credibili”.

Il pessimo risultato, che stiamo addirittura osannando come classe medica, di avere imposto per legge ben dodici vaccini obbligatori in italia certifica soltanto che l’intera classe medica italiana deve fare quanto prima una profonda riflessione etica su quanto poco risulti oggi credibile presso il popolo italiano.

In sanità tutti percepiamo chiaramente che oggi si usa la scienza come strumento per assecondare e tutelare la industria e la politica più che la salute pubblica e i nostri pazienti.

Io sono il nipote della medaglia d’oro per la Sanità dr Vincenzo Marfella che contribuì in maniera determinante a vaccinare contro il colera ben un milione di cittadini napoletani in soli tre mesi nel 1973, senza alcun obbligo di legge!

In quel periodo la Sanità pubblica italiana ci rendeva tra i primi sistemi sanitari nel mondo e la classe medica era, evidentemente, molto più credibile di oggi.

 

 

 




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