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Le élite dominanti hanno adottato la strategia del caos per controllare le masse e conservare il potere accentrandolo in una sorta di governo mondiale. Ma da dove proviene questa intuizione interpretativa ormai diffusa a livello di social network e blogger, che fino a qualche anno fa non vi era traccia alcuna? Da un breve saggio “Gouverner Par le Chaos” (Governare attraverso il caos) scritto a più mani da un collettivo di giovani di Tarnac in Francia nel 2008, cui fa cenno Maurizio Blondet, l’autore del sottostante articolo, che fa anche sorprendenti rivelazioni sul leader del gruppo. Il caos è frutto della paura provocata ad arte, perpetuata e diffusa come modus vivendi permanente che fornisce l’alibi alle élite per controllare ogni comunicazione ed azione, limitare le libertà personali in cambio di falsa sicurezza, per asservire le masse fornendo loro false priorità e riducendone la reattività, per creare dipendenza come coi drogati, ecc.. Alla paura si deve aggiungere la confusione, ad ogni livello, demografico, etnografico, sessuale, politico, economico, mediatico, ecc., favorendo ad esempio l’immigrazione incontrollata, la promiscuità ed ambiguità sessuale e di genere, la perdita dei valori tradizionali, l’annichilimento della famiglia, l’alterazione della percezione della realtà, la riduzione dell’autonomia e capacità di ragionamento e di critica, di concentrazione e memorizzazione, la legittimazione dell’individualismo e dell’egotismo, ecc., cioè l’implementazione quasi ingegneristica di tutti quei processi piscologici e sociali che inducano alla dipendenza di massa dalle “istruzioni ed interpretazioni” calate dall’alto, cioè l’adesione incondizionata alla propaganda mediatica ed ai modelli di riferimento del consumismo compulsivo. Uno degli ideologhi europei di questa strategia è il finanziere Attali mentore del nuovo giovane presidente francese Macron. Lo scopo della strategia del caos è governare con minori difficoltà, essendo l’altro mezzo ampiamente utilizzato in precedenza, molto più oneroso ed impegnativo, cioè il ricorso ad un welfare sempre più prodigo di concessioni, redistribuzione più equa della ricchezza prodotta, riduzione della povertà, ecc., cioè gestire le numerose e complesse istanze sociali con metodi almeno apparentemente democratici ed equi, molto più comodo creare le condizioni per giustificare una specie di legge marziale permanente, favorire l’apparato militare e lo stato di polizia e relegare le persone in casa davanti alla tv in attesa di essere informata sui prossimi attentati commessi o sventati o sui modelli di riferimento cui doversi adeguare. Il popolo, probabilmente a causa della tecnologia (che svolge un ruolo ambivalente, da un lato inebetisce la maggioranza dei suoi fruitori ma per una minoranza qualificata consente al contrario di evolversi,) stava discostandosi troppo dai parametri di riferimento e dai condizionamenti impartiti, occorreva riportarlo nei giusti ambiti di ammaestramento di massa. IL CAOS? E’ IL METODO DI GOVERNO DEL GLOBALISMO. - 20 maggio 2017 A Teheran, fra i partecipanti alla conferenza internazionale New Horizon, ho potuto conoscere finalmente il Comitato Invisibile di Tarnac, autore collettivo, nel 2008, del breve, ma epocale saggio “Gouverner Par le Chaos”. Governare attraverso il caos. Rievoco in breve la storia, ovviamente ignota ai lettori. Nel novembre 2008, la polizia francese arrestò in modo estremamente vistoso, brutale e mediatico una decina di giovani abitanti a Tarnac, un paesino del Corrèze, con l’accusa di progettare atti terroristici e di averne già messi in atto altri, come danneggiamenti alle linee ad alta velocità (TGV). In inchieste durate anni, s’è scoperto che: terroristi anarchici di Tarnac erano controllati giorno e notte (è il caso di dirlo) da un poliziotto britannico che si era infiltrato, e aveva messo incinte alcune signorine del gruppo terroristico; che i servizi francesi ne sapevano ogni mossa; che i danneggiamenti al TGV erano stati perpetrati da ecologisti tedeschi. Alla fin fine si intuisce cha la sola cosa per cui il potere ha considerato pericoloso e da smantellare il gruppo di Tarnac, la vera bomba da esso confezionata, era proprio il libretto – una novantina di pagine – concepito nel loro ambiente: Gouverner par le Chaos – Ingénierie Sociale et Mondialisation. https://www.amazon.fr/ Eccone le tesi principali: Le classi dirigenti hanno adottato il caos come metodo di governo più efficace per mantenersi al potere. Quel caos che fingono di combattere, è la loro strategia privilegiata di controllo. Jacques Attali, il futurologo ebreo che ha creato artificialmente Macron, lo ha detto perfino chiaro nei suoi scritti e nelle conferenze. I dirigenti d’oggi non perseguono che due scopi; il primo, realizzare un governo mondiale; l’altro, proteggere il governo mondiale da ogni rovesciamento e nemico, attraverso un sistema di sorveglianza generalizzato fondato sulla tracciabilità totale delle persone e delle cose. Come si diventa padroni del mondo? “Centralizzando l’ordine e il potere attorno a una minoranza e spargendo il caos nel popolo, ridotto al livello di burattini nel panico”. Molto più comodo che farsi obbedire dal popolo migliorandone le condizioni, risolverne i problemi sociali (dalla disoccupazione al disordine pubblico, dalle disparità crescenti ed inique alla droga). Le elites, governando col caos, non si assumono più alcuna responsabilità verso i cittadini delle crisi che provoca il capitalismo terminale. Anzi il caos finanziario permette di giustificare la concentrazione del potere delle grandi banche d’affari; l’11 Settembre giustifica il potere insindacabile dello Stato Profondo; la strage al Bataclàn, il mantenimento delle leggi speciali che Hollande aveva varato per la strage di Charlie Hebdo (aveva già sul tavolo il decreto da firmare). “Abolire tutte le frontiere”, anche interiori, è la loro tecnicaAttenzione: sono cose che sapete, adesso nel 2017, e solo da lettori avvertiti. Le masse non ne sono affatto consapevoli. Ma il Comitato Invisibile ne ha scritto nel 2008 – quando ancora il caos concentrico (finanziario, bellico, terroristico eccetera) non era ancora dispiegato pienamente. E nel testo si trovano profetizzati precisi caratteri del caos ingegnerizzato che, nel 2008, erano ancora invisibili: la “lotta alle discriminazioni” non aveva ancora all’insegnamento alle elementari della teorie del genere, ai diritti omosessuali, le nozze gay, alle “Piazze” (Maidan, Tahrir) a cui si riducono le rivoluzioni colorate.. Premessa: Ciò che importa al potere più di tutto – mi ha spiegato il Comitato a Teheran – “è distruggere il legame tra il reale e la ragione [Tommaso d’Aquino approverebbe: la verità è l’adeguarsi dell’intelletto al reale]. Fare in modo che il ritorno al reale sia indefinitamente differito, sicché il discorso del potere diventa il paradigma del pensiero; discorso pronunciato in quella lingua mediatica, la neo-lingua”. E come si ottiene questo? Dicevano gli anarchici di Tarnac nel 2008: “La distruzione delle capacità di autonomia dei dominati – è la risposta – passa per l’abolizione delle frontiere del loro essere: individuale e collettivo. Finché esistono frontiere, è possibile opporre un sistema di valori a un altro, un tipo di diritto all’altro, distinguere uomo da donna, madre da padre [distinguere in Niki Vendola lo schiavista, non mamma], cittadino da straniero, insomma vero da falso, giusto dall’ingiusto, normale da anormale … Risultato: finché resiste un solo confine, il potere non può ancora chiudere la sua matrice, la costruzione di “uno ‘spazio di vita’ puramente virtuale in cui la massa potrà fare le sue evoluzioni senza mai toccare il reale – a cui il sistema ha dedicato tutte le tecniche del comportamentismo, dello spettacolo, della programmazione neuro-linguistica, delle tecniche pubblicitarie, dell’ingegneria sociale”. La distinzione primordiale fra uomo e donna, ma anche fra figlio e madre e padre, è potentemente esemplificata nel mito di Edipo, coi suoi sacri tabù (al figlio non lecito andare a letto con mamma), che sono “l’organigramma originario di un gruppo, la sua capacità di costituirsi in organizzazione”. “Fare la promozione dell’indistinzione dei ruoli e dei cambiamenti di luogo, far passare le voglie personali avanti al rispetto dell’organigramma del gruppo”, ha lo scopo di “ridurre quel gruppo a individui giustapposti, incapaci di comunicare e di cooperare” – all’essenziale compito politico di rovesciare i Signori del Caos. “Facilitare l’espressione dell’individualismo fallico è parte della strategia della disorganizzazione. A livello comportamentale, si traduce in una cultura dello spontaneo, dell’impulsivo del viscerale, del flessibile e della ricerca del risultato immediato, con la conseguente incapacità di concentrazione, di pianificazione e di elaborazione di strategia di lungo termine. Bergoglio e Lady Gaga uniti nella lottaLo stesso vale anche per le grandi immigrazioni con le ONG che vanno a raccogliere a centinaia di migliaia i profughi che hanno pagato somme che in Africa bastano ad aprire un’attività utile? Ovvio, è la risposta: “Il mondialismo distrugge le frontiere nazionali” come le frontiere mentali, mentre “il consumismo regressivo cancella le frontiere dell’essere individuale”. Naturalmente tutto ciò secondo le esigenze del capitalismo terminale, “dove i ricchi si possono arricchire ancora solo impoverendo i poveri e seminando il caos nel loro modo di vita – E per far meglio accettare il caos e la destabilizzazione alle popolazioni, si è chiamato tutto ciò “progressismo”. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: oggi non c’è più differenza tra la Sinistra e le Spice Girls. Cohn-Bendit e Lady Gaga, même combat !”. Grazie a questa suggestione, anch’io povero italiota mi faccio domande: Boldrini e Bello Figo “No pago affitto” uniti nella lotta? Peggio. Esiste ancora una differenza tra Papa Francesco e le Spice Girls? Entrambi icone pop di successo…. Vi lascio con questa domanda, ma non è che una prima puntata sui metodi di “governare col caos”. E’ che non ho voluto mettere nello stesso articolo informazioni di grande rilievo fornitemi dal Comitato Invisibile– avendo scoperto che i miei lettori (i migliori) spesso non sono capaci di cogliere e ricordare le informazioni che non siano già enunciate nel titolo, o subito sotto; sicché spesso mi segnalano notizie che ho già dato. Dick Cheney: “Ecco, adesso siete perfettamente al sicuro dagli attentati del terrorismo”. Le prossime notizie saranno: la parte di Israele in questo governare col caos, e perché non ci si può aspettare un collasso economico-finanziario-politico tale, che distrugga le elites mondialiste. Si sono preparate, mi ha spiegato il Comitato. Solo un’ultima riga su tale Comitato Invisibile. Come alcuni lettori hanno intuito, si tratta sostanzialmente di una persona. Di nome Lucien Cerise. Un trentenne lievemente sovrappeso, occhialuto, timido, coltissimo, non abbastanza immodesto da postare un proprio profilo biografico su Wikipedia (dove molti lo cercano). Ha scritto Ritorno a Maidan, sul trucco fondamental-mediatico delle primavere colorate, Neuropirati – quelli dell’ingegneria sociale – la guerra ibrida della NATO, eccetera. Fa il bibliotecario in non so quale angolo della Francia. Apparentemente, la persona più inoffensiva della Terra. Spero che non lo sia. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 23/11/2024 00:21:02 |
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