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Oggi come ieri: la gente se ne fotte dei genocidi

Oggi come ieri: la gente se ne fotte dei genocidi
Autore: Editoriale del Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 28/01/2017

Dall’inizio del conflitto israelo-palestinese, avviato nel 2001, il numero delle vittime – civili – è aumentato in maniera esponenziale. Pensate che, contro le 39 vittime civili registrate nel 2013, nell’anno successivo se ne sono registrate 2.314, secondo i dati diffusi dal rapporto dell' Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari “Fragmented Lives".

E’ una guerra senza fine, per il controllo del territorio: Israele, vorrebbe appropriarsi di ciò che non gli appartiene, e per tale ragione, continua a bombardare la Palestina. Storia vecchia come il mondo, ma scrivo questi dati per un’altra ragione: a quante persone che, in questo momento stanno leggendo queste righe, importa di sapere che – ogni giorno – muoiono bambini, donne, adulti e anziani?

(Bambini in guerra)

Passiamo a un altro conflitto: quello siriano. La guerra scoppiò il 5 Marzo 2011.Ebbe inizio dopo che, il sanguinario Presidente siriano Bashar al Assad, diede ordine di sedare alcune manifestazioni di rivolta, da parte di cittadini che chiedevano alcune riforme necessarie per il paese e la popolazione.

Il regime dittatoriale degli Assad, tristemente autoritario e sanguinario e passato di padre in figlio, rispose con la repressione violenta. Da quel momento, il caos totale ha avviluppato questo conflitto, con interconnessioni tra Isis e altre organizzazioni militari.

Il dato fondamentale: dal 2011, il numero delle vittime civili, ha superato di molto le 300.000 unità. Purtroppo però, non è dato sapere il numero preciso, dal momento che – a livello governativo – fu deciso, circa 3 anni fa, di non proseguire coi conteggi ufficiali…

Ogni giorno, in Siria muoiono bambini, donne, adulti, anziani. Gli USA hanno bombardato  “per sbaglio”  diversi ospedali, anche pediatrici, e non si sono fermati nemmeno di fronte ai territori gestiti, a livello sanitario, da alcune Onlus che si trovano sul territorio in aiuto della popolazione.

(Bambino Siriano)

A qualcuno che sta leggendo queste righe, interessa qualcosa di questi morti, di questi bombardamenti senza alcun rispetto persino per chi è ricoverato in ospedale, di questa guerra che ormai, è diventata una piccola guerra mondiale, cui partecipano un po’ tutte le potenze mondiali e che ha spianato interi territori, come ad esempio l’antica città di Aleppo che, praticamente, non esiste più?

Circa 6 milioni di siriani sono in fuga dalle proprie radici. Non sono “invasori”. E’ gente che avrebbe desiderato restare a casa propria, e non rischiare di saltare per aria, ogni giorno.

Non ho finito. Continuate a leggere con attenzione.

Solo nel 2016, i migranti morti annegati nel Mediterraneo, sono stati oltre 5.000. E’ un numero spaventoso, sono esseri umani che hanno perso la vita. Tra di essi, anche molti bambini. ma poi, come facciamo a conoscere il numero esatto? A meno che, chi si occupa di questa conta, sia anche al corrente del numero esatto delle persone presenti su ogni singolo gommone...

Tu che stai leggendo queste righe: hai avuto un minimo moto di commozione a leggere questo dato?

(Migranti)

Nel mondo, da anni, sono in atto diversi genocidi. Poiché però, accadono altrove, lontano dagli occhi e dalle orecchie, allora è come se non esistessero, come se i morti fossero finti. La gente si è abituata a queste notizie, un morto in più che vuoi che sia…

Eppure, se ci pensate, considerando ciò che accade nei territori di guerra, tra bombardamenti, uso di armi chimiche, carcerazioni  condite da torture inenarrabili, privazione dei diritti umani, cui si aggiunge l’assoluta indifferenza dell’opinione pubblica internazionale, che anzi a volte, aizzata dalla politica, urla “All’invasore” e “Tutti morti o a casa loro”! c’è poca differenza con ciò che accadde ai deportati durante la Seconda Guerra Mondiale, o nelle Foibe, o tra le vittime di altri genocidi, che oggi tutti si affrettano a commemorare. “Per non dimenticare”.

Già il fatto che sia necessario un giorno di commemorazione “Per non dimenticare” la dice lunga, sull’indifferenza nei confronti delle sofferenze altrui. Ritengo quindi inaccettabile che, in giornate prestabilite, si “commemori”, per poi passare all’indifferenza totale, o – nella peggiore delle ipotesi – a forme odiose di razzismo, concimato col sale dell’ignoranza.

La Shoa fa effetto a molti. Ma le stesse persone spesso, non sono toccate minimamente da ciò che accade attualmente. Eppure, gli effetti sono gli stessi.

Ieri come oggi, accadono cose inimmaginabili, ma si pensa sempre che non sia poi cos’ grave la situazione di milioni di persone. Che differenza trovate quindi, tra ciò che accadde negli anni ’40 e ciò che accade oggi in varie parti del mondo? Io, nessuna.

E si fermino coloro che, di fronte a queste considerazioni, rispondono: “Ma oggi ci vengono con le loro gambe, durante la Shoa venivano prelevati e portati nei campi di concentramento”. Che differenza trovate tra, l’essere portati in un campo di concentramento, e, ad esempio,  l’essere trasportati – a volte forzatamente – su un barcone, e poi – se va bene – buttato dentro un “Centro di accoglienza” o in mezzo a una strada, senza identità, diritti, prospettive per il futuro… Io, poco e nulla.

La Storia non serve mai a insegnare qualcosa agli esseri umani. Accade sempre la ripetizione delle cose già avvenute. Oltretutto, oggi è ancor più detestabile chi volta il capo dall’altra parte, perché almeno un tempo, non esistevano tutti i mezzi di informazione immediata di cui disponiamo.

La prossima volta che penserete al giorno della commemorazione della Shoa, ripensate anche a questo articolo. Potrebbe un giorno, essere il nostro turno per l’orrore. Senza aver fatto nulla per evitarlo.

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