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Il Cristo di ghiaccio: riflessioni sulla tragedia di Rigopiano

Il Cristo di ghiaccio: riflessioni sulla tragedia di Rigopiano
Autore: Editoriale di Padre Maurizio Patriciello
Data: 25/01/2017

Abbiamo sperimentato in questi giorni l’ amarissimo sapore del limite. Abbiamo sofferto e pregato. Vi abbiamo tenuto compagnia di giorno e di notte, fratelli e sorelle imprigionati nella morsa del ghiaccio. Con voi abbiamo gioito e tremato, sperato e imprecato. Non vi abbiamo lasciati soli nemmeno un istante. Accanto ai vostri cari, chiusi in un dolore senza confini, c’ era l’ Italia intera.

La nostra bella Italia che, nei momenti del bisogno, sa ritrovare in se stessa il filone d’oro della solidarietà, della pietà, della condivisione. Non eravate soli ad essere schiacciati da quel macigno enorme di detriti, di paura, di ghiaccio. In quel buio che spaventa c’era un esercito di persone che avrebbero voluto donarvi il cuore. Una processione di fratelli che chiedeva e chiede: « Perché, Signore?» Commossi fino alle lacrime abbiamo gioito per i bambini strappati alle grinfie della morte dalla faccia gelida.

Abbiamo constatato quanta forza porta in sé la solidarietà. Quando l’ uomo si fa fratello di chi non ha mai conosciuto. Che importa se sei nato al mio paese o al di là dell Appennino? A coloro che, caparbi, imperterriti, hanno continuato a scavare per restituire alla vita almeno qualche vita, vogliamo stringere la mano, fissarli negli occhi e gridare un “grazie” grande quanto il sole. Siete la parte bella di questo mondo quando non si lascia impantanare nell’ assurdo.

Siete i veri modelli della nostra gioventù. Ho incontrato ieri un vecchio amico nella piazza del paese. Da sempre è portato al pessimismo. Mi ha detto: « Hai visto quanta gente buona c’è in giro? Non è vero che il mondo è cattivo …». Grazie a questi uomini che ci hanno dato una stupenda lezioni di umiltà, di altruismo, di carità. Guardandoli lavorare senza risparmio riascoltiamo Gesù: « Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici ». Amore. “Alla sera della vita ciò che conta è avere amato” ci ricorda san Giovanni della Croce. Nel setaccio del tempo che scorre senza sosta passa solo la farina dell’ amore. Tutto il resto è crusca destinata a essere dispersa.

È vero, l’ abbiamo vinta solo in parte questa terribile battaglia. È vero, alcuni bambini strappati al ghiaccio non assaporeranno più le coccole dei genitori. Il cuore sanguina. I drammi della vita non li risolveremo mai del tutto. Il mistero della sofferenza e della morte non si lascia indagare fino in fondo. La terra è forte e fragile, ha da osservare le sue leggi. Non ne può fare a meno. Gli stessi uomini sono fragili, forti, ma anche intelligenti. Non sempre, ma sovente, sanno arrivare prima. Non tutte, ma qualche sciagura riescono a prevederla, prevenirla.

La prudenza non sarà mai troppa quando si tratta di salvare vite umane. Stupenda è la natura quando la senti amica, tremenda quando fa arcigno il volto. Anch’ essa, segnata dal peccato, geme e soffre le doglie e i travagli del parto. A volte conviene osservarla da lontano, altre volte, quando ce lo permette, possiamo osare e goderla da vicino. Sempre con delicato rispetto. La sofferenza di questi giorni ci accomuna, ci affratella. Fa cadere le inutili barriere dietro cui, spesso, andiamo a trincerarci. Ci fa sentire piccoli, impotenti.

Ci riempie il cuore di rabbia, di preghiera, di speranza. Chi ha il dono della fede può contare su una forza meravigliosa che viene da fuori. Su di un Dio che non risolve i problemi ma li condivide. La fede ci ha fatto intravedere in queste terribili giornate, accanto ai fratelli imprigionati, un Cristo di ghiaccio. Lo abbiamo contemplato come a Betlemme la notte di Natale. Prigioniero con i prigionieri in preda al panico. Con essi ha condiviso un’ agonia più spaventosa della morte. Lo abbiamo visto, poi, prenderli tra le braccia e portarli nella gloria. La fede non ci dice altro. Non ci dà tutte le spiegazioni che vorremmo. Il dolore degli innocenti rimarrà un mistero fino alla fine del mondo. Possiamo, però, dobbiamo con tutte le nostre forze, impegnarci perché diminuisca sempre di più, pur sapendo che non riusciremo mai del tutto a farlo scomparire dalla faccia della terra.




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