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Forse Donald Trump, a questo punto del suo mandato, qualche domanda dovrebbe già farsela. E con lui tutti i movimenti neonazisti e di estrema destra che si sono riuniti ieri a Coblenza, in Germania, per discutere come rendere bruna, grigia, nera L’Europa tutta. C’erano in quella riunione Matteo Salvini (Lega Nord), Geert Wilders (Pvv) e Marine Le Pen (Front National), più Frauke Petry di AFD, il gruppo xenofobo tedesco che insidia la supremazia elettorale della destra conservatrice di Angela Merkel. Tutti ossessionati, costoro, da una serie di scuri mantra come quelli del nazionalismo, del patriottismo, del rifiuto del diverso, della fobia verso i migranti e i profughi. Ebbene, nonostante il loro entusiasmo per le sorti progressive del mondo, i populisti di tutte le latitudini dovrebbero chiedersi il perchè tre milioni di donne, due nei soli Stati Uniti, abbiano marciato in segno di protesta contro l’elezione di Donald Trump: 500 mila a Washington nella Women March. Numeri ancora più consistenti a Los Angeles, New York, San Francisco e poi nelle capitali europee: Londra, Parigi, Roma, Madrid. Una marcia dislocata in più parti del globo, che fa impallidire quasi le manifestazioni oceaniche contro la guerra in Vietnam del 69, organizzate 40 anni fa negli Stati Uniti. Numeri pesanti, dunque, e partecipazione di tutta la società civile: democratici, asiatici, neri, ispanici, comunità gay. Tutta quella popolazione a cui Trump ha già fatto capire di voler fare la guerra e che sentitasi attaccata, messa da parte, ha deciso di reagire con una protesta che probabilmente rappresenta il preludio di altre e più massicce protestecontro l’uomo dei poteri forti, protetto da Wall Street e dall’industria delle armi. Uomo che, sia ben chiaro, è stato eletto democraticamente quarantacinquesimo presidente Usa ma in un sistema elettorale distorto. La deprecata Clinton, sotto certi aspetti a ragione, ha ottenuto infatti tre milioni di voti in più, rispetto all’avversario. In democrazia, è questo che dovrebbe contare. Da registrare, resta quindi il risveglio civile della società americana. Il no, forte e chiaro, alla politica di Trump, che dopo il suo discorso d’insediamento, populista e al tempo stesso settario, ha già firmato per l’abolizione dell’Obamacare, una delle più efficaci riforme sulla sanità della storia a stelle e strisce. Ma evidentemente le politiche di Trump prevedono senza incertezze cittadini di serie A ( ricchi, bianchi, individualisti) e cittadini di serie B. E quest’ ultimi hanno già iniziato a sbarrargli la strada con le marce di protesta e a nemmeno 24 ore dall’inizio dell’avventura alla Casa Bianca del miliardario reazionario, che rappresenta perfettamente l’establishment mondiale. Aspettiamoci di tutto. Con Trump alla presidenza, niente sarà più come prima. E non è affatto detto che sia un bene. Anzi. Articolo pubblicato su AlgaNews
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 23:14:01 |
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