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Antonio Patuelli, giorni fa, aveva chiesto a titolo personale di conoscere i nomi dei primi cento debitori che hanno affossato il Monte dei Paschi di Siena, con 47 miliardi di euro di prestiti malati. Sottolineava in una intervista a Il Mattino: “Se le banche vengono salvate con i soldi pubblici è eticamente giusto farlo “.
Il desiderio del presidente dell’Abi, l’associazione delle banche italiane, è sul punto di essere esaudito e i nomi starebbero per saltare fuori. E che nomi. Secondo il sole 24 ore si va dalla Sorgenia della famiglia De Benedetti, al gruppo Marcegaglia, da Caltagirone all’ex Banca di Mussari e alla ditta Bortolomei- Fusi, sponsor Dennis Verdini. Ancora: dalle coop del partito renziano ad alcune municipalizzate , fino ad arrivare ai costruttori romani Mezzaroma, ex proprietari del Siena Calcio. Di mezzo c’è insomma una buona fetta della classe dirigente ed imprenditoriale del Paese. E in questo i vertici di Mps sono stati ecumenici. Negli ultimi dieci anni hanno concesso prestiti a destra e a manca, inzeppandosi di crediti non restituiti sia ai tempi del governo Berlusconi, affiancato da Lega Nord e An, ora Fratelli d’Italia, sia ai tempi dei governi Monti, Letta, Renzi. Senza alcuna distinzione politica. Se questi nomi venissero dunque confermati, sotto accusa finirebbe la grande imprenditoria italiana, quella che ha dimenticato le lezioni di capitani d’industria come Adriano Olivetti, fautore di un rapporto corretto con i propri dipendenti e di una trasparenza etica che lo portava a rifondere, sempre, i debiti contratti per gli investimenti della sua azienda. Reinvestire gli utili, assumere con regolarità, trattare come uno di famiglia ogni suo lavoratore. Questo era il credo di Olivetti. L’attuale classe dirigente italiana, dei trentenni come dei settantenni, di quella Italia cioè che conta ma che ha dimenticato tutti i valori del mondo, ha preferito invece indebitarsi e non rifondere, confidando in una immunità conferitale per chissà quale diritto divino. Solo la Sorgenia, ad esempio, si sarebbe indebitata con il sistema bancario per 1,8 miliardi , seicento milioni solo a carico di Mps. Ricapitalizzazioni, restituzioni dei soldi prestati? Macchè. Rientrare dei debiti non sembra essere proprio lo stile dell’attuale classe dirigente italiana. Peccato che se invece un semplice cittadino deve restituire un piccolo debito alla banca, e non lo fa, gli viene pignorata casa. E se provi a chiedere un prestito di 5 mila euro, ti sottopone ai raggi x. Da anni circola un detto, nel mondo degli istituti di credito : se hai un piccolo debito con la banca, tu hai un grande problema, se hai un grosso debito con la banca, e’ la banca che ha un grande problema. Purtroppo è vero. Ma forse stavolta, visto che i 19 miliardi di problemi del Monte dei Paschi dovremo accollarceli noi, sarebbe il caso che i padroni del vapore cominciassero a pagare. Confisca dei patrimoni, anche di quelli depositati nei paradisi fiscali, e fallimento dichiarato. Poi, dopo aver conosciuto e punito i nomi di tutti gli ad del Mps che hanno autorizzato finanziamenti a rischio, l’unica strada percorribile sarebbe quella di liberarsi di una classe dirigente, ad essere gentili, completamente incapace. Perché in fondo, se l’Italia è in queste condizioni, gran parte della responsabilità è sua. Ed è indispensabile prenderne atto. Pubblicato su AlgaNews: https://alganews.wordpress.com/2017/01/12/leditoriale-i-nomi-dei-debitori-mps-una-classe-dirigente-da-buttare/
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 23:16:20 |
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