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Il Sociologo Francesco Morace Il 2016 è stato un anno importante il gioco. Sono stati tanti infatti gli interventi politici in questo settore nell'anno che si è appena concluso. Si può ricordare per esempio l'intesa che si è cercato di trovare in Conferenza Unificata e i vari emendamenti, poi saltati per la caduta del governo Renzi, proposti in sede di approvazione della Legge di Stabilità. L'approccio nei confronti di questo mondo sembra dunque essere cambiato. Secondo quanto detto dal sociologo Francesco Morace, ci si è resi conto che è necessario formare i cittadini. Insomma, c'è più consapevolezza e meno leggerezza. Il gambling è un po' come l'alcool e il tabacco. In che senso? Nel senso che la dipendenza è un rischio che non va affatto sottovalutato e preso sottogamba. Questa presa d'atto rappresenta un'importantissima svolta da cui occorre ripartire. Ed è su questa via che si sono mossi molti sindaci, che hanno adottato misure a tutela dei cittadini. Ma cos'è a creare la ludopatia? Ormai si fa sempre più strada l'interpretazione della cosiddetta “strategia a rinforzo intermittente”. Esso consiste nel rafforzamento del comportamento, che però non avviene sempre, ma in modo del tutto occasionale. Un po' di partite possono andare male, ma arriverà, prima o poi, quella che ripaga dal punto di vista di vincita in denaro: è ciò lo stimolo che porterà a ripetere questo atteggiamento nel tempo. “Ora va male e sto perdendo un sacco di soldi, ma sono convinto che se gioco un altro paio di partite finisco per vincere”: è questo il pensiero che aleggia nella mente del giocatore compulsivo. Un meccanismo quindi che appare quasi perfetto, ma è in realtà molto pericoloso e assai rischioso. Ed è così che in fondo si può creare anche una forma di dipendenza non consapevole, dove il ludopata, oltre a non ammettere la sua condizione, non è informato sulle sue dinamiche e caratteristiche. Non va però dimenticato che non è semplice conoscere un patologia del tutto nuova e difficile da prevenire, non avendo, d'altronde, i mezzi sufficienti per farlo. Ma per limitare la dipendenza dal gioco è sufficiente limitarne l'offerta? Difficile rispondere. Per Francesco Morace questo può, senza alcun dubbio, cambiare l'approccio culturale delle persone. La soluzione per il sociologo può essere rappresentata dalla creazione di luoghi socializzanti e aggregativi, volti a combattere e ostacolare la solitudine, che è una delle principali motivazioni che portano a buttarsi e fiondarsi sull'azzardo. Insomma, vi è come una difficoltà di integrazione dei soggetti più deboli. Il problema è in gran parte tutto qui. Non si intende criminalizzare il gioco, ma bensì cercare di proporlo in un'ottica nuova. Si può tranquillamente parlare di una forma e di un'offerta differente. Questo lavoro dovrebbe soprattutto partire dalle periferie delle città, che rischiano di essere abbandonate e dimenticate. Il rischio, oltre alla dipendenza, è quello dell'illegalità e della distorsione. La ludopatia si può contrastare, combattere e curare, ma è necessario un approccio nuovo. È questo ciò che ci ha detto il 2016. È questo l'obiettivo per il 2017. La strada è appena iniziata.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 23:02:44 |
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