Non si placano le proteste in Usa contro Donald Trump,neo eletto presidente.

Da tre giorni, sono in corso marce e sit-in in varie città, da Miami a Filadelfia, da Columbus a New York, soprattutto vicino alla Trump Tower, dove vive il neo eletto presidente americano.

Strade temporaneamente bloccate dai manifestanti, anche se - almeno fino ad ora - non si sono registrati incidenti di una certa gravità. Però, si teme che quest'atmosfera di rabbia e contestazione, possa sfociare in qualcosa di diverso e più violento.

200 sono gli arresti effettuati.

"Not my president", è lo slogan ripetuto da tutti i manifestanti in ogni città.

Trump, intervistato dal Wall Street Journal, ha dichiarato: "Dobbiamo unire il Paese. Voglio un paese unito, e la strada migliore per ottenerlo è quella di creare posti di lavoro".

Dopo una campagna elettorale al veleno, ora Trump sembra voler amorbidire sia i toni che i contenuti: ha recentemente dichiarato di voler far sopravvivere alcune cose del precedente presidente, come ad esempio la riforma sanitaria, che lo stesso Obama gli ha chiesto di non abolire, almeno non completamente.

Trump ora ssicura: "Le mie priorità sono la sanità, i posti di lavoro, il controllo delle frontiere e la riforma delle tasse".