|
|
|
Si dice : “madre certa, padre incerto” ma per ironia della sorte alla fine i figli portano il cognome del padre. Strana questa discrepanza di situazioni in una società che sempre più spesso lamenta sia nell’educazione che nella presenza reale nella vita dei figli proprio la figura paterna, sempre oberata da mille cose a cui dover badare e molto spesso a causa di una mentalità che vede come compiti femminili quelli sopracitati . I figli si generano in due ma nella maggior parte dei casi ad occuparsi della loro crescita e della loro formazione ci sono le donne, quelle che vengono uccise quotidianamente ed in mille modi differenti da questa cultura che non riesce ad andare oltre i preconcetti non richiesti ma che calzano addosso come guanti a chi da questi si è lasciato irretire.
Preconcetti che a differenza dei guanti non scaldano ma rendono fredda ed insensibile l’anima di chi li possiede. Le donne donano la vita , sono presenti alle riunioni scolastiche, si impegnano nel conciliare la giornata lavorativa con la seconda giornata che le attende al loro rientro a casa, cercano di dare una formazione caratteriale , insegnano la sensibilità, la condivisione, sollevano i figli ogni volta che questi inciampano sui problemi del mondo, rimboccano le coperte per regalare sogni caldi , abbracciano con gli occhi ma anche con le braccia , hanno sempre la parola giusta al momento giusto, accompagnano i figli nei loro interessi che spaziano dallo sport ,alle feste dei compleanni degli amici. Le donne generano fisicamente ma anche a livello interiore ciò che i figli diventeranno da grandi In questi ultimi decenni le cose stanno fortunatamente mutando però, si assiste spesso all’impegno dei padri che spingono passeggini, che danno il biberon, che usufruiscono del periodo della maternità donando anche la loro presenza ai figli che sono anche i loro e tutto questo senza essere scambiati per uomini meno virili ma solo come padri ruolo da non sottovalutare affatto. I figli si fanno in due ed in due andrebbero cresciuti, forse è da questo che scaturisce il bisogno di affidare ai figli il doppio cognome riconoscendo anche quello della madre che li ha generati, forse un modo per riconoscerle queste donne/madri/amanti/casalinghe/educatrici/lavoratrici/ sorelle/ l’elenco potrebbe proseguire a lungo ma non mi va di annoiarvi oltre . Forse solo un modo per ribadire l’importanza della coppia che dona vita volendo lasciare una traccia dell’esistenza di entrambi sulla terra. Forse un modo per riconoscere il cambiamento che sta avvenendo nella mentalità, l’apertura verso il riconoscimento dei ruoli, la volontà di non restare ancorati ad un passato che a volte spaventa e ci coglie impreparati ma va riconosciuta e vissuta fino in fondo se davvero un mondo diverso è quello a cui tutti auspichiamo. Forse tutte queste cose messe insieme sono responsabili della richiesta avanzata da una coppia genovese la quale ha fatto richiesta che il figlio possa adottare il doppio cognome, quello della madre insieme a quello del padre. Sarà la Corte Costituzionale a pronunciarsi e lo farà. Una decisione importante perché, a quarant’anni dalla prima proposta di legge e a oltre due anni dalla condanna dell’Italia da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo per la mancata applicazione della norma, ancora non si vedono cambiamenti a tal riguardo ed è questo un fatto gravemente discriminatorio verso le donne. Tutto questo costituisce una violazione della Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo. Questa richiesta potrebbe se approvata cambiare il costume italiano che ha bisogno fortemente di adattarsi ai tempi che cambiano e non restare solo fermo a guardare . Cambiando la norma italiana si avrebbe un allineamento a quelle che sono le norme vigenti in Europa. Sostituire la concezione patriarcale della famiglia ancora in atto con qualcosa di più ampio sarebbe un grande vantaggio e migliorerebbe anche il grado di attenzione e di sensibilità richiesti per situazioni delicate ma anche di grande contradditorio nel nostro paese. La Corte Costituzionale sarà chiamata quindi rispondere al quesito di costituzionalità della norma in vigore che assegna automaticamente a tutti i figli e le figlie nati nel matrimonio il solo cognome paterno. Anche se quanto accade è da ritenersi un vero paradosso perché la Corte Costituzionale si è già espressa su questo tema, (sentenza numero 61 del 2006) chiarendo che «l’attuale sistema di attribuzione del cognome è retaggio di una concezione patriarcale della famiglia, la quale affonda le radici nel diritto di famiglia romanistico e di una tramontata potestà maritale, non più coerente con i principi dell’ordinamento e con il valore costituzionale dell’uguaglianza tra uomo e donna».
|
Cosa ne pensi? |
|
Per commentare l'articolo occorre essere loggati e rispettare la netiquette del sito. Se sei registrato effettua il login dal box qui a sinistra. Se ancora non sei registrato fallo cliccando qui |
I commenti: | |||
Commento
1)
|
|||
Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 23:02:18 |
Sei
iscritto su Facebook, Twitter o G+?
Commenta e condividi l'articolo direttamente.
Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz
I sindaci italiani arruoleranno 60.000 volontari maggiorenni, a patto che siano siano disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza o di ammortizzatori sociali.
Se volessimo individuare un trend che purtroppo sta caratterizzando questi ultimi anni, sicuramente la diffusione delle “fake news” sarebbe uno di questi. Cosa sono le fake news?
Al di là dell’ottimismo sbandierato da Ryanair, che vorrebbe invogliare i clienti a tornare a volare ancora prima della fine dell’estate, l’era dei voli lowcost pare volgere al termine.
Questa è la vita: andare verso la bellezza, andare verso l’armonia. La vita è contatto, scambio. Non è ritrarsi, non è allontanarsi credo che il vero virus sia proprio questo allontanarsi, questo evitare il contatto e lo scambio, questo impedire le relazioni.