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Roma si difende come può , la cittadinanza esaurita da disservizi e disordine amministrativo insorge ancora una volta per salvaguardare la bellezza del centro storico e la sua ricchezza che da tutto il mondo viene ammirata e venerata. Non dello stesso parere chi gestisce i nostri beni culturali, se, a quanto pare, è stato dato il permesso di inizio lavori alla grande multinazionale McDonald’s per aprire un sito proprio nel cuore della Roma più bella, la Roma papalina, dove il Michelangelo ha espresso mirabilmente il suo maggior ingegno. Di fronte alla Porta Sant’Anna, in uno slargo dove i turisti si abbindolano tra le stradine più o meno caotiche che portano alla magnificenza di San Pietro. Dai locali tradizionali, alle pizzerie a taglio, i bar tipici, e l’accoglienza dal gusto profondamente autoctono, si intende inserire l’americanismo più di pancia che si possa immaginare, quello fatto di carne di bassa qualità, salse grasse, patatine fritte in olio poco raccomandabile e coca cola piena di ghiaccio e sfiatata. Tra gingilli e regalini per bambini è la facile pubblicità del consumismo più bieco, alla faccia degli impastatori, dei pizzaioli di antica memoria, di quella sana e vivace cucina romanesca che tanto ci riempie il palato e la fantasia. Un gruppo del No si sta infittendo e prevede una manifestazione sabato pomeriggio contro l’apertura del mostro americano, con le seguenti motivazioni: utilizzo di prodotti stranieri, concorrenza sleale, spinta alla disoccupazione, degrado di uno dei luoghi più suggestivi del mondo, pericolo per la sicurezza, situandosi nelle immediate vicinanze di uno dei bersagli più gettonati nella mappa rischio attentati. A muoversi una parte della municipalità, come ha dimostrato Nathalie Naim capolista dei Radicali del I Municipio e pasionaria del decoro urbano, quando ha scritto: “Mentre si moltiplicano paninoteche e minimarket, scompaiono le attività tradizionali». A Firenze il sindaco “Dario Nardella si è opposto all'apertura di un McDonald's in piazza del Duomo, Roma potrebbe seguire l'esempio? Nel caso di Borgo Pio — spiega Naim — un motivo per non concedere l'autorizzazione ci sarebbe». Quale? «In base alla normativa comunale non si potrebbe trasformare un'attività di ristorazione tipica in una di cucina straniera» (Corriere della Sera del 3 ottobre 2016). Poi il 18 ottobre si ha la notizia del primo stop al colosso americano, per infrazione di alcune regole alla normativa vigente. Primo fra tutti la mancanza di una specifica sulla presenza, obbligatoria, di una canna fumaria, oltre alla non conformità degli apparecchi di aerazione interna, la non osservanza dell’abbattimento delle barriere architettoniche, la licenza concessa per una trattoria tipica di fronte alla costruzione di un fast-food. Tanti i quesiti posti ai quali la multinazionale deve rispondere entro pochi giorni. I sit-in non mancano, l’insofferenza dei cittadini cresce, e anche quella del Vaticano, che possiede alloggi per svariati cardinali proprio in quello stabile. I commercianti si vorrebbero ribellare ad un sopruso così lapalissiano, mentre i controlli vengono fatti a tappeto per piccoli imprenditori, e i grandi, per qualche sacro motivo, riescono sempre a farla franca. I paletti amministrativi esistono, quelli del buon senso sono ancora più forti, le perplessità si concertano al disgusto per una presenza tanto ingombrante quanto indecente come quella di un mega fast-food in Vaticano; San Pietro si starà rigirando nella tomba ma ancora vige il dubbio che alla fine sia l’argento a fare la guerra e che i tanti ostacoli che impedirebbero a qualsiasi azienda di infrangere regole e cavilli di un’amministrazione farraginosa, saranno miracolosamente superati dal sig. McDonald’s. Perché alla fine è sempre il più forte ad avere la meglio e la legge non è uguale per tutti.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 23:11:55 |
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