Mafia capitale è l’indagine che ha travolto Roma con l’intercettazione, gli arresti , le cronache e le implicazioni politiche sul malaffare nella città, un’ indagine che via via va assumendo proporzioni sempre più consistenti che coinvolgono numerose persone nell’ambito della politica e della gestione di affari non propriamente” puliti “sempre a scapito della cittadinanza e del mondo circostante.

La dimostrazione della volontà che sempre più spesso si ha di arricchirsi sulle spalle altrui cercando di ottenere il massimo dei risultati con il minimo dell’impegno che viene richiesto a chi si ritrova a ricoprire ruoli all’interno dello spaccato sociale e politico che ci circonda.

Al suo interno vi sono personalità politiche di rilievo , il tutto passa attraverso fondazioni, comitati elettorali, cooperative, appalti, business sull’immigrazione, navi fantasma, provocando gli effetti ormai tristemente noti a cui stiamo assistendo in questi ultimi giorni, quando si arriva a sentire in aula la deputata della commissione giustizia Micaela Campana.

Attacchi sferrati dai personaggi coinvolti per screditare l’uno e prendere le difese dell’altro come quelle che fece Salvatore Buzzi attaccando , la Regione Lazio ove il presunto boss di Mafia Capitale lanciò dal carcere pesanti accuse contro l’amministrazione di Nicola Zingaretti.

Micaela Campana viene ritenuta essere la donna che ha chiesto a Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative romane, alcuni favori, tra i quali emerge anche quello di finanziare la campagna elettorale di Matteo Renzi. Secondo la Procura di Roma la sua deposizione sarebbe piena di reticenze ed incertezze che la porteranno ad essere indagata per falsa testimonianza.

Risulta essere sempre lei ad adoperarsi per sbloccare una gara vinta dalla coop Eriches, andando a parlare con Filippo Bubbico, viceministro dell’Interno. La Campana è un membro della segreteria del Pd, non un deputato qualsiasi. Il presidente del tribunale Rosanna Ianniello non si è fatta intimorire dal ruolo che la Campana ricopre e dinnanzi ai numerosi “non ricordo”, le ha intimato di “dire la verità”. In Aula vengono visionati anche gli sms (forniti dalle intercettazioni ) in cui la deputata invia a Buzzi l’iban su cui depositare il finanziamento. Se bene non si tratti di un illecito, la deputata si trova in grande difficoltà nel ricostruire la vicenda.

Sulle richieste di soldi per Daniele Ozzimo, ex assessore alla Casa nella giunta Marino nonché marito della Campana , già condannato in abbreviato a due anni e due mesi per corruzione, ha spiegato: “Daniele era mio marito e io all’epoca non avevo incarichi pubblici”. Il suo essere così insistente nei confronti di Buzzi aveva portato quest’ultimo a sfogarsi con Simone Barbieri (collaboratore della Campana) che le dedicò la famosa metafora della “mucca che per essere munta deve mangiare”.

Altri messaggi e telefonate sono stati resi noti ieri per la prima volta e tutti testimoniano le continue richieste di favori. Il 20 dicembre 2013, secondo quanto annotato dai carabinieri del Ros , “Campana chiama Buzzi e riferisce che a Colli Aniene devono sgomberare un appartamento da alcuni immigrati”. Il 22 gennaio 2014 Emilio Gammuto, collaboratore di Buzzi, riceve una richiesta per un trasloco dallo staff di Campana. Buzzi in questa occasione non aiuta la Campana ne Mario Ciarla, già vicepresidente dem del consiglio Regionale “perché non vogliono pagare”. Il 18 ottobre 2013, infine, i carabinieri annotano una telefonata in cui Buzzi autorizza un suo uomo a incontrare la Campana che “sicuramente vorrà dargli qualche nominativo da assumere”.

E’ a fronte di queste accuse che la deputata del Pd si trincera dietro altri “non ricordo” e, poi, aggiunge: “Quei favori non erano per me”. Per quanto riguarda la gara per il Cara di Castelnuovo di Porto, che la Eriches vince ma che la prefettura ritarda a rendere operativa per le ostruzioni della rivale Axilium, è Buzzi a contattare la Campana per chiederle di intervenire parlando col viceministro dell’Interno Filippo Bubbico. Anche qui arrivano altri “non ricordo” da parte della Campana che, però, all’epoca dei fatti, aveva risposto “Bacio grande capo” e che oggi la stessa Campana riconduce solo ad un’espressione usata come forma di rispetto nei riguardi di Buzzi.

Questa deposizione si può definire un vero e proprio disastro per la Campana tanto più che In qualità di ex moglie dell’ex assessore già condannato avrebbe potuto avvalersi della facoltà di non rispondere. Invece si limita a chiedere di non essere ripresa dalle telecamere e risponde creando così solo una situazione che le si ripercuote contro sia in termini di credibilità personale che nel ruolo politico dalla stessa ricoperto La presidente del tribunale Rossana Ianniello ha dovuto riprendere la testimone Campana più volte e anche con forme piuttosto determinate. “Le ripeto per la quarta volta la riprende Ianniello – mentire sotto giuramento è un reato molto grave”. Le ha dovuto perfino chiedere a che titolo la Campana sia componente della commissione Giustizia a Montecitorio se poi non riconosce le regole base del processo.

Vicende italiane che ancora faranno molto discutere e che non servono certo a migliorare il clima già discutibile che questo paese si ritrova a vivere, guerre fra chi ha già tanto e chiede di avere ancora di più a scapito di chi quel poco che ha non riesce nemmeno più a farselo bastare