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2016: le mamme muoiono ancora per parto

2016: le mamme muoiono ancora per parto
Autore: Redazione scientifica
Data: 07/10/2016

L’ennesima morte per parto risale ai primi di settembre. Il decesso di Imma Minichino, una 32enne di Qualiano, comune in provincia di Napoli, è avvenuto non appena la donna aveva dato alla luce il suo quarto figlio. Si sarebbe trattato di un cesareo al settimo mese, perché la gravidanza era considerata rischiosa. Eppure le precauzioni volte a salvaguardare il delicato stato interessante della partoriente non sono servite ad evitare il dramma. E mentre un paese è in lutto per la concittadina, l’Italia intera rimane attonita al sopraggiungere di una notizia sconcertante, che si va a sommare alle tante altre di simile entità.

Proprio di recente, in tema di morti per parto, è stata resa pubblica la somma di 750mila euro che l’ospedale Maggiore di Cremona ha dovuto pagare al marito di una vittima 41enne deceduta a inizio 2014 per un errore di valutazione: i medici, ad una settimana dal parto in cui era morto il neonato, avevano scambiato nella donna la sepsi batterica sfociata in choc irreversibile per i segnali di una depressione post-partum. E mentre il marito, ottenuto il congruo ammontare di denaro ha rinunciato a costituirsi parte civile nel processo per omicidio colposo a carico del primario di ginecologia e di altri due ginecologi, si continueranno a svolgere indagini processuali circa le cause e le responsabilità della tragedia.

Ciò che colpisce di questa vicenda, a due anni dalla scomparsa della donna, è la cifra consistente del risarcimento. Perché, come dichiara Lorenzo Annoni del partito CDU Milano, «le stesse risorse economiche potrebbero essere impiegate per fare prevenzione, ovvero intervenire sul funzionamento dei punti nascita rendendoli ottimali ed evitando così i nefasti esiti che sopraggiungono alle complicanze del momento».

Un punto nascita ideale è una struttura che possa garantire h24 la sicurezza delle madri e dei nascituri. Perché ciò avvenga è necessario utilizzare tempo e risorse nella direzione di una maggiore tutela delle pazienti, quindi disponendo di luoghi e attrezzature adeguati, e con l’accrescimento della preparazione del personale medico e paramedico attraverso una migliore educazione sanitaria nonché formazione operativa. C’è chi propone addirittura di aggregare i punti nascita e accentrare le competenze; l’unica certezza è che avere medici sottoposti a turni eccezionali e massacranti abbassa gli standard minimi di qualità.

«I costi per assicurare un perfetto funzionamento dell’apparato medico sono notevoli? - si domanda Lorenzo Annoni -. Certamente, ebbene lo sono anche i risarcimenti. E allora, indipendentemente dall’analisi dei singoli casi, è inconcepibile che nel 2016 non si investa nella sanità e si debba assistere ai continui decessi delle madri».

 




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