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Anche tra gli italiani si diffondono gli Health&Fitness Tracker: circa un intervistato su tre dichiara di usarli (o di averlo fatto in passato). A livello internazionale, la Cina è di gran lunga al primo posto per la diffusione di questi dispositivi.Il profilo dell’utente medio: maschio e con un’età compresa tra i 20 e i 29 anni. Tra le motivazioni per dotarsi di un tracker, vengono citate soprattutto la possibilità di migliorare la forma fisica e lo stimolo a fare più sport.
Secondo una recente indagine di GfK - che ha coinvolto oltre 20.000 persone di 16 paesi-a livello internazionale una persona su tre (33%) utilizza dispositivi per monitorare o tracciare la propria attività fisica o per avere un quadro generale della propria salute. Considerando anche chi li ha utilizzati in passato, la percentuale di chi ha usato un tracker almeno una volta nella vita sale al 51%. Anche in Italia la diffusione di questi prodotti è in crescita, seppure a livelli più bassi rispetto alla media internazionale: il 16% degli intervistati dichiara di usare attualmente un dispositivo per il monitoraggio, mentre 14% ammette di averlo fatto in passato. In totale, circa un italiano su tre utilizza (o ha utilizzato) dispositivi per il tracking. Un trend confermato anche dai dati di venduto registrati da GfK: nei primi sei mesi del 2016 il comparto degli indossabili è cresciuto di quasi il 160% a unità e del 167% a valore. Nella categoria dei cosiddetti Health&Fitness Tracker o Activity Tracker rientrano dispositivi di vario tipo, dalle App da installare sul proprio Smartphone ai contapassi, dagli Smartwatch ai tracker con clip. Soluzioni tecnologiche che aiutano a monitorare un’ampia serie di parametri, quali ad esempio le calorie assunte o consumate, le ore di sonno, la frequenza cardiaca, la distanza percorsa o la temperatura cardiaca. Andando a vedere più nel dettaglio le risposte degli italiani, si nota come i tracker siano più diffusi tra gli uomini (il 19% dichiara di usarne uno in questo momento) rispetto che tra le donne (14%).Anche l’età dell’intervistato influenza in maniera significativa la diffusione di questi dispositivi: al primo posto troviamo infatti i ventenni (il 26% utilizza un tracker, il 21% lo ha fatto in passato), seguiti dalla fascia d’età 30-39 (il 43% usa o ha usato un dispositivo) e da quella 15-19 anni (il 33% ha utilizzato un tracker almeno una volta nella vita). I risultati dell’indagine a livello internazionale Tra i Paesi considerati, la Cina risulta essere al primo posto per la diffusione dei sistemi per il monitoraggio della salute e del fitness: ben il 45% degli intervistati ha dichiarato di farne attualmente uso. Seguono in classifica - con un distacco notevole - Brasile e Stati Uniti, entrambi con il 29%, quindi la Germania con il 28% e la Francia con il 26%. Nella maggior parte dei Paesi coinvolti nello studio, gli uomini monitorano più di frequente, rispetto alle donne, l’attività sportiva e i parametri legati alla salute fisica. Ci sono però cinque nazioni in controtendenza, dove le donne sono più attive nel tracking: Cina (48% delle donne, contro il 43% degli uomini), Russia (21% delle donne,contro il 17% degli uomini), Francia (27% e 25%), Australia (20% e 18%) e Canada (20% e 19%). Analizzando invece i risultati per fasce d’età, emerge come siano soprattutto i trentenni (41%) e i ventenni (39%) a utilizzare maggiormente i sistemi per il monitoraggio di salute e fitness. Dopo i 40 anni, la diffusione di questi dispositivi diminuisce con l’aumentare dell’età dell’intervistato. Guardando ai più giovani, tuttavia, emerge come tra gli adolescenti (15-19 anni) e i ventenni (20-29 anni) quasi un quarto degli intervistati dichiari di aver utilizzato in passato dispositivi per il monitoraggio. Questo suggerisce un bacino più ampio di “utenti passati” che conoscono già le potenzialità dei prodotti e che potrebbero essere convinti facilmente a tornare ad utilizzarli con offerte o iniziative specifiche. Quali sono le motivazioni per usare i dispositivi di tracking? Oltre la metà (55%) di coloro che utilizzano sistemi per il monitoraggio della salute e dell'attività fisica dichiara di farlo "per mantenere o migliorare la forma fisica". Questo è il motivo indicato più di frequente, a livello internazionale. “Motivarsi a fare attività fisica” è la seconda ragione più citata, indicata dal 50% degli intervistati. I benefici connessi allo sport non sono però gli unici citati da chi ha deciso di monitorare le proprie funzioni vitali.Oltre un terzo degli intervistati dichiara di utilizzare i tracker per “aumentare il proprio livello di energia” o per “motivarsi a mangiare e bere in maniera più sana”. Il 29% delle persone sostiene di farlo per “dormire meglio” e circa uno su quattro per “essere più produttivo”. Infine, il 22% dichiara di farlo “per divertimento”, mentre solo il 14% monitora le proprie performance per “allenarsi per un evento specifico”.
Per conoscere i risultati dello studio per tutti i 16 paesi visitare il sito: www.gfk.com/global-studies/global-study-overview/
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 23:13:58 |
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