Oggi è la giornata della Brexit: i cittadini inglesi sono chiamati a votare per l’uscita o la permanenza nell’Unione Europea.

La decisione verrà presa a seconda del risultato referendario: se i votanti NO saranno più del 50%, la Gran Bretagna inizierà le procedure per uscire dall'Unione Europea, prima nazione in assoluto.

I  mercati mondiali e tutte  le istituzioni internazionali compresi, i fondi, le banche e la banche centrali mondiali, sono in attesa: se vincesse il NO, sarà necessario correre ai ripari.

L’uscita dall’Unione europea di uno dei Paesi membri è prevista all’art. 50 del Trattato di Lisbona: “I trattati cessano di essere applicabili al paese interessato a decorrere dalla data di entrata in vigore dell'accordo di recesso o due anni dopo la notifica del recesso. Il Consiglio può decidere di prolungare tale termine”

E' certamente il referendum più temuto, lo shock economico che si può creare in caso di Brexit, non è immaginabile. D'altro canto, sarebbe la prima volta che una nazione esce di sua volontà dall'Unione Europea.

Il governatore italiano Ignazio Visco ha dichiarato: “Tutte le banche centrali, non solo la BCE, sono pronte a intervenire con gli strumenti convenzionali che hanno: i tassi d’interesse, i repo, gli swap”.

La Banca Centrale Europea, fa sapere che:  “Tutto è stato ben preparato, e in caso di Brexit, sono già pronte misure per stabilizzare i mercati, in particolare fornendo liquidità, come abbiamo sempre fatto in queste circostanze”.