L'autonomia delle capacità nel settore spaziale svolge un ruolo chiave nell'ambito del rafforzamento della conoscenza situazionale, della risposta a crisi complesse (calamità naturali), della gestione delle risorse naturali (acqua, foreste), della prestazione di servizi (sanità, energia, trasporti, comunicazioni, previsioni meteorologiche) e della sicurezza nazionale. Con un numero sempre maggiore di paesi che accedono allo spazio extra-atmosferico, l'UE ha intensificato i suoi sforzi nei confronti dell'adozione di una strategia spaziale per l'Europa.
L'industria spaziale europea
L'industria spaziale riguarda anche la fabbricazione di sistemi spaziali quali satelliti e dispositivi di lancio (attività a monte) e lo sviluppo di applicazioni e servizi forniti dalle infrastrutture spaziali in tre settori principali: telecomunicazioni, navigazione e osservazione della terra (attività a valle). I progressi tecnologici stanno trasformando le tradizionali attività a monte fornendo un accesso più economico e facile allo spazio e modelli commerciali consolidati e stimolanti (movimento "NewSpace"). Nel contempo, la crescente capacità di acquisire, condividere e utilizzare i dati spaziali crea numerose opportunità per le attività a valle in settori quali i trasporti, l'energia, i cambiamenti climatici, la migrazione nonché la difesa e la sicurezza.
Caratteristiche e questioni chiave dell'industria spaziale europea
L'industria spaziale a monte è caratterizzata dall'esistenza di mercati vincolati in cui domanda istituzionale svolge un ruolo fondamentale. Tuttavia, rispetto alle altre principali potenze industriali in campo spaziale (Stati Uniti, Russia, Cina, India e Giappone), l'industria spaziale europea spicca attraverso le sue risorse di bilancio relativamente limitate, la sua dipendenza dalle vendite commerciali, il mercato istituzionale frammentato e le deboli sinergie tra la difesa e il settore civile. Nel 2016, inoltre, uno studio del Parlamento è giunto alla conclusione che il mercato spaziale a valle è estremamente frammentato e limitato da barriere di carattere politico, difficoltà di governance, questioni tecniche e mancanza di competenze.
L'UE quale soggetto attivo in ambito spaziale
La competenza dell'UE in ambito spaziale è stata stabilita nel 2009 con il trattato di Lisbona (articolo 189 del TFUE). Nel 2011 la Commissione europea ha pubblicato il primo piano per una strategia spaziale dell'UE, la cui attuazione richiede una collaborazione proficua tra l'UE, l'Agenzia spaziale europea (ESA) e i suoi Stati membri. La politica industriale dell'UE in ambito spaziale, adottata dalla Commissione nel febbraio 2013, ha sottolineato la necessità di conseguire la non dipendenza tecnologica e la sicurezza degli approvvigionamenti, nonché un accesso indipendente allo spazio in Europa. Inoltre ha chiesto l'istituzione una politica europea in materia di dispositivi di lancio e un quadro dell'UE meno frammentato per quanto concerne la regolamentazione, le norme e i mercati in materia di spazio. La promozione della ricerca per garantire la non dipendenza per le tecnologie critiche è considerata prioritaria. Tale iniziativa è stata accolta con favore dal Parlamento e dal Consiglio.
Programmi faro: Galileo e Copernicus
Galileo, il sistema globale europeo di navigazione satellitare, dovrebbe iniziare ad essere operativo entro la fine del 2016 e dovrebbe raggiungere la piena capacità operativa nel 2019. Il programma europeo di osservazione della terra, Copernicus, sviluppato in collaborazione con l'ESA, comprende i satelliti e le infrastrutture in situ per monitorare la terra, l'ambiente marino e l'atmosfera. Entrambi i programmi sono finanziati dall'UE: 7 miliardi di euro al programma Galileo e 4,3 miliardi di euro a Copernicus, oltre a 1,3 miliardi di euro destinati alla ricerca spaziale nel quadro di Orizzonte 2020 per il periodo 2014-2020.
Politica dello spazio e sicurezza internazionale
Negli ultimi due decenni è aumentato significativamente il numero degli Stati interessati a sfruttare le opportunità offerte dalla tecnologia spaziale in ambito sociale ed economico e nel contesto della sicurezza, così come quello degli Stati che a tal fine hanno sviluppato un determinato livello di capacità nel settore spaziale. Attualmente, nove paesi (Stati Uniti, Russia, Francia, Cina, Giappone, India, Israele, Iran e Corea del Sud) possiedono capacità di lancio e oltre 60 Stati e altri enti sono attivi a livello spaziale (quasi il doppio rispetto al 2010). Tale rapida crescita nei paesi interessati al settore dello spazio ha dato adito a discussioni sulla sostenibilità a lungo termine delle attività relative allo spazio extra-atmosferico e sulla necessità di un quadro giuridico rivisto inteso a fornire orientamenti sulle attività degli Stati per quanto concerne lo spazio.
Sostenibilità nel settore spaziale
Il comitato dell'ONU sull'uso pacifico dello spazio extra-atmosferico (COPUOS) definisce la sostenibilità come la realizzazione di attività spaziali in maniera pacifica ed equilibrata che preservino e proteggano l'ambiente spaziale extra-atmosferico tenendo conto delle esigenze delle generazioni future. L'idea è nata dalla convinzione che il sovraffollamento delle orbite terrestri (ovvero, l'impiego di sistemi di osservazione della Terra, i satelliti per le comunicazioni e i sistemi di posizionamento, navigazione e misurazione del tempo (PNT)) e le crescenti quantità di detrit i nello spazio – riconducibili a incidenti (ad esempio la collisione dei satelliti Iridium-Cosmos nel 2009) o le azioni intenzionali (come il test missilistico anti-satellite della Cina nel 2007) – possono avere implicazioni a lungo termine per l'intera comunità internazionale. Secondo le stime esistenti, attualmente vi sono più di 700 000 detriti pericolosi nell'orbita terrestre che sono potenzialmente in grado di danneggiare o distruggere i satelliti operativi.
L'uso dello spazio per la sicurezza nazionale
Le capacità e i servizi in ambito spaziale svolgono un ruolo sempre più importante nella sicurezza e nella posizione di difesa ed entrambi gli aspetti costituiscono un vantaggio e una potenziale fonte di vulnerabilità. La ricognizione satellitare rappresenta la funzione fondamentale che consente agli Stati di raccogliere informazioni sullo spiegamento militare nel mondo (rafforzando la verifica dell'attuazione dei regimi di controllo degli armamenti), potenziando significativamente la loro conoscenza situazionale (con la previsione delle condizioni meteorologiche, la raccolta di informazioni mediante l'analisi di immagini e l'analisi della misurazione, dei segni distintivi o dei segnali). Una maggiore sicurezza delle comunicazioni satellitari rende preziose tali informazioni per i più alti livelli politici e militari, nonché per la comunicazione tattica tra le unità militari sul campo. Lo sviluppo delle munizioni guidate con precisione, di sistemi di allarme e rilevazione di lancio di missili e sistemi di difesa antimissilistica spaziali sono altri esempi di capacità di difesa mediante l'uso dello spazio. Data l'importanza delle capacità spaziali quale fattore moltiplicatore di forze, vi è un crescente rischio che diventino obiettivi per altri Stati. Durante un conflitto, la disattivazione delle capacità satellitari di un altro soggetto (ad esempio tramite un attacco informatico o di jamming) può fornire un importante vantaggio tattico. Anche i regimi repressivi possono utilizzare le capacità spaziali per perturbare i segnali televisivi e la rete Internet (satellitare) a fini di censura, in particolare mediante le tecnologie di jamming. Di conseguenza, tale ambito ha acquisito importanza nel contesto della politica di sicurezza e di difesa comune, in particolare per quanto riguarda le comunicazioni satellitari, la conoscenza situazionale e le capacità di navigazione e osservazione della terra.
"Codice di condotta" per la pace nello spazio
Con il potenziale aumento di un conflitto nel settore dello spazio, la comunità internazionale ha incentrato l'attenzione sullo status degli accordi internazionali relativi alle attività nello spazio extra-atmosferico, sul diritto all'autodifesa nello spazio e sulla necessità di ridurre il rischio di percezioni errate e di conflitto. Il trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967 costituisce la pietra miliare dell'attuale regolamentazione internazionale. In vista del 50° anniversario del trattato sono in corso attività sui meccanismi di revisione della collaborazione nell'esplorazione e nell'uso pacifici dello spazio extra-atmosferico. Sulla base delle risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite 61/75 (2006) e 62/43 (2003) sulla trasparenza e le misure miranti a rafforzare la fiducia (TCBM) nelle attività relative allo spazio extra-atmosferico, dal 2008 l'UE guida gli sforzi miranti all'adozione di un codice di condotta internazionale per le attività nello spazio extra-atmosferico. Nel 2011, il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha istituito il gruppo di esperti governativi (GGE) sulle attività TCBM nello spazio extra-atmosferico. Il GGE ha pubblicato la sua relazione finale nel luglio 2013.
Una rinnovata strategia spaziale europea
Nel gennaio 2016, il Commissario Elżbieta Bieńkowska ha presentato gli aspetti chiave della strategia spaziale da adottare entro la fine dell'anno. È prevista la definizione di un piano per lo sviluppo di una politica spaziale europea in grado di massimizzare i vantaggi sociali ed economici degli investimenti dell'UE nelle capacità spaziali. Sono state annunciate cinque priorità: sfruttare il potenziale commerciale delle applicazioni e dei servizi spaziali, creando un mercato unico per lo spazio; garantire un accesso allo spazio indipendente, affidabile ed efficace sotto il profilo dei costi; aumentare le sinergie tra i settori dello spazio e della difesa; sostenere la ricerca spaziale in modo più coerente, strategico e lungimirante; e affrontare la questione della governance dello spazio in Europa. Nell'aprile del 2016 è stata avviata una consultazione pubblica per raccogliere i pareri degli Stati membri, dell'ESA e delle parti interessate relativamente a tali priorità. In tale contesto, il PE dovrebbe votare nel mese di giugno una risoluzione intesa a incoraggiare la Commissione a presentare una strategia globale, ambiziosa e lungimirante incentrata sulla valorizzazione commerciale dei dati spaziali, tra cui una chiara politica industriale spaziale europea, chiedendo altresì una semplificazione del panorama istituzionale per le attività spaziali dell'UE. Nel mese di giugno il Parlamento europeo dovrebbe altresì votare una relazione di iniziativa propria sulle capacità nel settore spaziale per la sicurezza e la difesa europea (Relatore: Bogdan Andrzej Zdrojewski, PPE, Polonia), evidenziando il ruolo chiave delle capacità spaziali per la sicurezza e la difesa europea e invitando l'UE a garantire la "non-dipendenza" europea per l'accesso allo spazio e alle tecnologie spaziali fondamentali.