|
|
|
Sei nella sezione Cultura   -> Categoria:  Recensioni
|
Al Teatro Vascello di Roma fino al 15 maggio, Peperoni Difficili di e con Rosario Lisma, oltre a Anna Della Rosa, attrice pluripremiata, Ugo Giacomazzi, Andrea Narsi. Brillante commedia con sottofondo umoristico ma anche denso di riflessione, la vicenda si svolge tutta all’interno del piccolo appartamento di un parroco di un piccolo paese. Intorno a lui si sviluppano storie umane destinate a porre una fatidica domanda sulla verità, se sia giusta la verità a fin di bene, fino a che punto sia lecito svelare l’indicibile. L’umanità e lo spessore di questo testo imprigiona letteralmente per due ore e mezza filate, senza interruzione, in un incedere calmo e architettato verso una soluzione vagamente accarezzata ma non definitiva. Alcuni momenti si rivelano ricchi di contenuto come la diatriba religiosa e filosofica sulla fede e sul libero arbitrio, tra il parroco e uno dei protagonisti, molto colto e intelligente in modo raffinato. Il parroco rivela tutte le sue debolezze nella messinscena di un sogno, molto ben riuscita. L’unica donna protagonista di questo spettacolo è appunta Maria (Anna Della Rosa), moralmente di un livello superiore rispetto al parroco, cioè suo fratello Giovanni. A bilanciare la loro complessità, il contrappeso del quarto protagonista, l’allenatore della squadra di calcio dell’oratorio, con velleità sportive fallite e abbandonato dalla moglie. Alla fine, chiusi nelle loro posizioni, i quattro avranno subito una metamorfosi tutta interiore, che percepiamo solo come pretesto per raccontare in fondo una vicenda molto, molto umana. La scenografia graziosa ed equilibrata, le battute brillanti, l’humour tagliente, spontaneo, alleggerisce quella che altrimenti sarebbe una tragedia in fieri. Il titolo, peperoni difficili, si riferisce ad un piatto africano molto complicato da cucinare, che poi finirà per terra e nessuno avrà il piacere di assaggiare. Ci saranno i contorni a sfamare i commensali quella sera, come nella vita quando la prospettiva di un evento succulento fa attendere con ansiosa energia per poi scoprire che tutto ciò che si era immaginato è andato in frantumi e ad addolcire l’animo rimane soltanto un miserabile resto, tuttavia sufficiente per non morire di fame. Uno spettacolo carico di significati che ciascuno, suggestionato dalle proprie esperienze, può leggere nei modi più svariati.
|
Cosa ne pensi? |
|
Per commentare l'articolo occorre essere loggati e rispettare la netiquette del sito. Se sei registrato effettua il login dal box qui a sinistra. Se ancora non sei registrato fallo cliccando qui |
I commenti: | |||
Commento
1)
|
|||
Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 23:17:42 |
Sei
iscritto su Facebook, Twitter o G+?
Commenta e condividi l'articolo direttamente.
Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz
Ritmo, passaggi rapidi e dribbling dei cocenti e pesanti temi condivisi, senza commettere falli di gioco troppo evidenti che facciano sussultare gli spettatori dell’arena Brancaccio.
E’ di genio prendere a pretesto una narrazione arcinota, Tosca, per costruirne una parallela che conduce su un binario parallelo ad un’altra dimensione umana.
Uno spettacolo per bambini e adulti, in scena dal 21 dicembre al 6 gennaio per accompagnare in allegria le festività natalizie.
Si annusano situazioni, si cercano elementi che accomunano, che ci rendono uguali a prescindere dal luogo di nascita. Il mare è blu dappertutto. Le parole hanno il medesimo senso.