E' fallito il referendum abrogativo, relativo alla durata delle concessioni per ciò che riguarda l'estrazione di petrolio e gas attraverso le piattaforme in mare entro le 12 miglia.

A votare, solo il 32% deigli aventi diritto.

Ecco le dichiarazioni del Premier: "L'Italia ha parlato e si tratta di un risultato netto, chiaro, oltre le previsioni".

E ha proseguito: "Ripartianmo tutti insieme e mettiamo da parte polemiche. Fino a elezioni rimbocchiamoci le maniche perchè l'Italia torni a fare l'Italia: quell'Italia di eccellenza che è. Anche nel settore energeie rinnovabili. È il momento rimettersi tutti insieme a lavorare per far tornare l'Italia a fare l'Italia".

E sui politici che hanno sostenuto il SI: "Ci sono stati personaggi che si sono chiusi nei talk show e hanno preso in ostaggio i social, dicendo di tutto. Ancora una volta una parte di classe dirirgente si è dinmostrata autoreferenziale. Vive su Facebook e su Twitter. Mentre ignora che l'Italia è molto più grande ed è molto più avanti: in grado di comprendere la portata di un quesito referendario".

In realtà, molti italiani non hanno compreso il significato del quesito referendario, e per averne conferma, sarebbe bastato leggere le opinioni delle persone che, per giorni, sono state pubblicate sui social network.

Molti sostenitori del SI, erano convinti che, vincendo il SI, sarebbero state bloccate subito le piattaforme di estrazione entro le 12 miglia. E tra i sostenitori del NO, in molti erano convinti che, con la vittoria del NO, molti posti di lavoro si sarebbero salvati e anche, che avremmo pagato molto meno la benzina.

Convinzioni assolutamente errate. Se avesse vinto il SI infatti, nessuna piattaforma si sarebbe fermata subito, ma a scadenza della concessione. Si rifletta sul fatto che la prima piattaforma si sarebbe fermata nel 2018 e l'ultima nel 2034. E se avesse vinto il NO, non avremmo certo pagato meno la benzina, visto che, proprio nelle regioni in cui si estrae petrolio e gas, la benzina costa più che nelle altre regioni.

Il nuovo appuntamento referendario sarà per il prossimo autunno, quando si voterà per la riforma costituzionale, un appuntamento molto importante. I cittadini stavolta, saranno in grado di prendersi la responsabilità di avere voce in capitolo su una questione così delicata?