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Recensione: 'Tosca X' al Teatro Vascello

Recensione: 'Tosca X' al Teatro Vascello
Autore: Recensione della nostra inviata Susanna Schivardi
Data: 11/02/2016

Un viaggio corale attraverso la tragica storia di Tosca, personaggio femminile frutto del genio di Giacomo Puccini, proposto al Teatro Vascello, il 9 e il 10 febbraio.

La storia non ha bisogno di essere raccontata, quanto invece merita lo stile della regista Monica Casadei (che cura anche luci, scene, coreografia e costumi), molto insistente sulla tragicità della vicenda, investendo il corpo di ballerini di un compito non facile. Un gruppo di 14 professionisti della Compagnia Artemis Danza, sul palco fa rivivere le arie ottocentesche con uno stile nuovo e aggressivo. Tutti ricoperti di costumi neri, con fasce quasi inibitorie, come a suggerire un senso di oppressione dettato dal male che serpeggia durante tutto lo spettacolo.

Il cambio continuo di costumi movimenta il dettato, a torso nudo o vestiti, secondo una perfetta legge dei contrasti, i ballerini che danzano sembrano nel contempo anche intonare le parole e appassionarsi al dolore dell’amore struggente. I movimenti sono sempre molto tesi, contratti a spasmi, i volti si immedesimano perfettamente in un alternarsi continuo di sentimenti, le luci e le ombre accompagnano il racconto, uno snodo che si insinua fino al movimento finale in cui Tosca si scaglia contro onde umane, come forza ed energia propulsori. I corpi scolpiti, marmorei, si offrono alla vista  e alla mercé di un vilipendio spirituale molto crudele. Il libretto in alcuni brani viene anche snaturato e reinterpretato con la reiterazione di alcune parole chiave, alcuni momenti musicali si liberano dalle catene classiche e diventano techno, in un rimbombo di suoni che assorda e colpisce lo spettatore.

Magnetismo e dissoluzione dei sensi, in uno sdilinquirsi dei corpi usati anche come oggetti su cui camminare, su cui poggiare i piedi fino a calpestare ossa e anima. La coreografia è fulminante, potente, piena di guizzi e aneliti, in uno scomporsi continuo dei corpi che tramite la loro flessuosità raccontano dolore e passione legati inesorabilmente dalla morte che campeggia ovunque fin dall’inizio. Avidità e brama di potere, sottomissione e coercizione, un mix di temi che scaturiscono come forza prorompente e inarrestabile. I singoli danzatori sono stati riscritti da una partitura che sembra fatta apposta per ciascuno di loro a seconda delle caratteristiche fisiche e mimiche, in gruppo o in a soli incorniciati da una scabra e minimalista scena priva di tutto il superfluo e carica di tensione che taglia la visuale. Tutte le caratteristiche di Monica Casadei mirabilmente sintetizzate in questo spettacolo assolutamente innovativo, brillante e audace.

 




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