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Avete mai sognato di essere catapultati all’interno del vostro televisore? Di rivivere i programmi del passato, di riascoltare le voci dei grandi attori e presentatori che hanno fatto la storia della televisione italiana (e non)?
Grazie a Pino Insegno e i Baraonna in scena al Teatro della Cometa potrete fare un bel tuffo negli anni ’60, ‘70 e ’80, immergendovi in commoventi ricordi alternati dalla comicità di un divertente confronto con il presente. Ieri sera, 4 febbraio, la Prima di: «C’era una volta signore e signori buonasera» un atto unico - di 90 minuti - che si apre con il protagonista, seduto su una poltrona, intento a fare zapping e a sbuffare a causa del noioso palinsesto. All’improvviso quattro voci angeliche (Vito Caporale, Delio Caporale, Daphne Nisi e Eleonora Tosto) entrano cantando, e, assieme ad una voce fuori campo, che viene interpretata come quella di Dio – alias Pippo Baudo –, spiegano all’uomo che ha la possibilità di rivivere gli anni d’oro della televisione italiana, facendone direttamente parte all’interno dello schermo. A quel punto, uno scettico Pino Insegno, assieme ai Baraonna e ad un’affascinante ballerina, Valentina Varone, entra nel mondo catodico della tv in bianco e nero e ne ripercorre alcuni passaggi memorabili. Sullo schermo appaiono personaggi come Walter Chiari, che ci spiega il ruolo della televisione nella società, Renato Rascel ci ricorda le note di Arrivederci Roma, Gino Bramieri recita le sue famose barzellette. La voce di Marcello Mastroianni colpisce con la sua interpretazione sul significato della vita. Poi viene il momento del primo round: le vecchie miniserie, come Il segno del comando (‘71) e Ho incontrato un’ombra (’74) vengono confrontate a quelle nuove, come Squadra antimafia e L’onore e il rispetto, da un ironico Pino Insegno che coinvolge il pubblico in prima persona. Arriva anche il momento del cinema: ad essere protagonista della scena sullo schermo, questa volta, due vampiri famosi. Il Dracula degli anni 60, un Christopher Lee con i denti a punta che, dice Insegno, «moriva con classe», disintegrandosi alla luce del sole davanti ad una croce; il secondo “succhiasangue”, quello più moderno, è Edward Cullen, un vampiro dotato di forza che alla luce del sole «suda Swarowski». Il paragone si trasforma inevitabilmente in satira: «Nella cittadina del Main» dice il protagonista riferendosi a Twilight, «ci sono 56 abitanti: 34 sono vampiri, 18 sono uomini lupo, e gli altri 4 lavorano agli alimentari e si chiedono “che min*hia ci facciamo qui?”». Immancabile il ricordo ai cartoni della Disney, che vengono proiettati sullo sfondo mentre i Baraonda ne cantano le indimenticabili colonne sonore: vediamo Pinocchio, La Sirenetta, Biancaneve, Cenerentola, Aladdin, Il Re Leone, e tanti altri classici che ci hanno fatto sognare e che ancora oggi hanno la forza di farlo. E mentre Insegno ci fa riflettere mostrandoci la differenza tra vita reale e quella dei film, scorge un’altra qualità dell’attore che viene molto apprezzata: il canto. Quando il protagonista sparisce dal palco, lo rincontriamo sullo schermo, proiettato nei programmi in bianco e nero, e questa volta balla il «tuca tuca» con una giovanissima, e bellissima, Raffaella Carrà, per poi lasciare il posto da ballerino a un divertente Alberto Sordi. La fine dello spettacolo si chiude in poesia: la voce di Massimo Troisi recita Nuda, di Pablo Neruda, mentre tutto torna alla realtà, le voci angeliche salutano e si dissolvono, e il protagonista torna ad essere solo, nel presente. Pino Insegno, seduto sul gradino del palco più vicino al pubblico, ci lascia recitando un emozionante canto Navajo: «Tutto quello che hai visto ricordalo, perché tutto quello che dimentichi ritorna nel vento». Lo spettacolo, per la regia di Alessandro Prete, sarà in scena fino al 14 febbraio 2016 al Teatro della Cometa in Via del Teatro Marcello 4. Per tutte le informazioni, questo il link.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 23:00:03 |
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