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Dalla legge del taglione, alla depenalizzazione dei reati: come cambia la societa'

Dalla legge del taglione, alla depenalizzazione dei reati: come cambia la societa'
Autore: Il Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 16/01/2016

Anticamente, vigeva la “Legge del taglione”, in Latino lex talionis.Essa regolamentava molte questioni, in maniera particolarmente democratica. In sintesi: chi provocava danno a una persona, era passibile di subire lo stesso identico danno

Troviamo questa Legge nella Bibbia, in Lv 24:19,20: “Nel caso che un uomo causi un difetto al suo compagno, proprio come egli ha fatto, così si deve fare a lui. Frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; la stessa sorta di difetto che egli causi all’uomo, questo è ciò che si deve causare a lui”.

Non fa una piega: tu mi derubi di qualcosa, lo stesso posso fare io a te, scegliendo di impossessarmi –legalmente – di qualcosa che ti appartiene. Ma gli antichi, erano davvero evoluti, in quanto a diritti umani , leggete ancora cosa dice ancora la Bibbia: “Se accade un incidente mortale, devi dare anima per anima, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, marchio per marchio, ferita per ferita, colpo per colpo”.

Se causi la morte di una persona a me cara, io ho diritto a uccidere una persona a te cara. Se col tuo comportamento provochi una disabilità, io ho diritto a causarti una disabilità, e così via.

Quando i giudici non esistevano, erano le persone danneggiate a poter rendere pan per foaccia a chi li aveva danneggiati. Con l’introduzione del concetto di Giustizia, ai giudici era data facoltà di punire i rei con la stessa azione subita dalla vittima.

Letta oggi, la Legge del taglione fa pensare più alle faide di stampo mafioso, quelle in cui si mettono in atto vere e proprie guerre fra clan, a colpi di lupara che uccide a coloro che hanno ucciso.

Eppure, di fronte a ciò che sta avvenendo nel nostro paese, relativamente la decisione del governo di depenalizzare un mucchio di reati penali, facendoli passare – al massimo – a reati punibili con sanzioni amministrative, una riflessione sull’andamento odierno, rispetto al passato, è evidentemente urgente.

Non dico che si debba tornare alla Legge del taglione. No. Dico semmai che, in un’epoca in cui fra corruzione e violenza generale, il livello di criminalità aumenta in maniera esponenziale, mettendo a rischio la sicurezza e spesso la stessa incolumità delle persone, la depenalizzazione di certi reati appare essere una falla ulteriore in un sistema fallace.

La gente è stanca. Non ne può più di sentirsi dire – in pratica – che non ha più diritti di sorta. Guai a non pagar le tasse, rischi che ti rovinino la vita. Ma se ammazzi qualcuno, se compi una rapina in casa, se stupri, beh, ci sono grosse possibilità che tu non venga condannato o che la pena inflitta sia di molto minore al danno che hai arrecato.

Perché tutto questo? Forse, proprio perché, in un sistema corrotto e fallace, depenalizzare certi reati o non condannare secondo giustizia chi si macchia di un reato grave contro la persona, corrisponde ad alleggerire non poco il criterio di inaffidabilità di chi siede ai posti di comando di questa nazione.

Si rende poco grave un reato, al fine di smorzarne le caratteristiche. Trovo che sia inquietante.

Inoltre, decidendo di rendere certi reati punibili solo amministrativamente, fa si che lo Stato possa garantirsi altro denaro entrare nelle casse del Tesoro. E’ ammissibile? No. Almeno per la popolazione.

Un tempo in Italia, esisteva la pena dell' ergastolo. Ma reale, non come adesso. Se il reo aveva commesso reati gravi, come l’omicidio o la strage, venivano comminati anche due, tre o quattro ergastoli. Serviva a garantire che quella persona, ammesso che avesse collezionato una lunga lista di abbuoni sulla pena, magari per buona condotta, restasse comunque in carcere a vita. Fine pena, mai. Era giusto, per le vittime. Per tutta la Comunità.

Oggi invece, dal patteggiamento in poi, nessuno garantisce le vittime di reati di varia natura. Che nessuno lo chiami “sviluppo sociale” perché è l’esatto contrario.

Quando la società giunge a far passare come evoluzione un metodo che ne è la contraddizione, ecco che si compie un ulteriore strappo nel rapporto popolazione/istituzioni. La fiducia viene a mancare, e può generare bolle di rabbia che possono esplodere in qualsiasi momento.

Mai come ora, la politica sta dirigendosi verso mete distanti dall’opera che dovrebbe compiere: l’ascolto e il sostegno delle richieste e delle necessità dei cittadini, per garantire alla Comunità equilibrio, equità. E’ pericoloso continuare su questa strada. Basti pensare a quei cittadini che hanno deciso di farsi giustizia da soli, quando è capitato loro di trovare un ladro in casa propria. Non è così che si affievolisce il conflitto che esiste ormai da tempo fra cittadini e politici.

A cosa arriveremo, non è dato sapere. Sappiamo molto bene invece, come il nostro sistema politico, aderente ormai da decenni a un sistema anarchico che priva i suoi protagonisti dell’obbligo di aderire alle stesse regole che impone, stia costantemente provvedendo a se stesso, e alla garanzia – quasi totale – di non subire danni dal proprio scellerato operato.

Anche in questo caso, manca la voce dell’opinione pubblica. Che ha potere decisionale ancor oggi, ma deve averlo dimenticato…

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Data:10/08/2013
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