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Se serve alla causa, tutto si può fare. L’importante è che appaia reale. Questa è l’estrema sintesi del criterio di propaganda politica.
Un criterio molto ben spiegato e sviluppato nel film “Sesso e potere”, del 1997, diretto da Barry Levinson e magistralmente interpretato da Dustin Hoffman e Robert De Niro. Vi sintetizzo la trama, ma vi consiglio di vederlo. ammesso che non l'abbiate già visto: per occultare uno scandalo a sfondo sessuale che coinvolge il presidente degli Stati Uniti, al fine di spostare l’attenzione della popolazione e dell’opinione pubblica internazionale, si decide – di concerto con lo staff comunicazione del presidente – di mettere in atto un vero e proprio bluff: creare una finta guerra contro l’Albania, in maniera tale che lo scandalo passi inosservato. Per realizzare la finta guerra, viene incaricato un regista cinematografico. Viene quindi deciso che la motivazione dello scoppio del conflitto debba essere l’accusa, da parte degli USA contro l’Albania, di aver fatto entrare alcune cellule terroristiche pronte a scagliarsi contro gli Stati Uniti. E’ solo l’inizio di un teatrino che porterà a un finale sconcertante. Questo film, spiega molto bene e con dovizia di particolari, come la politica – a livello internazionale – fin dai tempi antichi, utilizzi ogni strategia che possa giovare a seconda del periodo storico e politico. Le messinscene poste in essere dalla macchina che si occuopa delle strategie di propaganda politica, in tutto il mondo, sono degne della migliore cinematografia mondiale. Cambia solo una cosa: nel caso della propaganda, gli spettatori – cioè le popolazioni – si convincono che ciò che viene propinato, sia assoluta verità. Volendo fare un esempio concreto, analizziamo i recenti fatti accaduti a Colonia. La notizia diffusa dai media a livello internazionale, in sintesi è questa: la notte di Capodanno, a Colonia – Germania – durante i festeggiamenti organizzati nella piazza antistante il Duomo di Colonia, un gruppo di 1.000 uomini avrebbe molestato, aggredito, derubato e persino stuprato – almeno in un caso – decine e decine di donne. Analizziamo la questione, basandoci su ciò che i media internazionali ci stanno propinando. Primo punto: la notizia è stata diffusa tre giorni dopo l’accaduto. Solo a tre giorni dai fatti si parla di un accadimento che sarebbe dovuto immediatamente schizzare sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo. Secondo punto: viene fornito un numero troppo preciso degli aggressori – 1.000, non uno di più né uno di meno – mentre non si conosce il numero esatto delle donne aggredite. Si dice che, molte di loro, abbiano preferito non presentare denuncia. Per quale motivo? Terzo punto: in un’epoca in cui ormai si riprendono video in diretta, grazie all’uso degli Smatphone, di tutto ciò che ci accade intorno, non esistono – o almeno non sono stati diffusi – video che mostrino le aggressioni contro le donne. Quarto punto: com’è possibile che, durante la notte di Capodanno si possa compiere un’aggressione di massa contro qualche centinaio di donne? Costoro erano sole? Non erano accompagnate? Erano relegate tutte insieme in un’area specifica della piazza? Quinto punto: 1.000 uomini aggrediscono e rapinano centinaia di donne ma nessuno va in loro soccorso. Sesto punto: l’unica video-intervista a una vittima, che viene proposta in televisione. Mostra un’anonima signorina, di spalle rispetto alla telecamera, che racconta ciò che è accaduto. Perché dare le spalle alla telecamera? In questo caso la privacy cosa dovrebbe coprire? Settimo punto: la polizia tedesca entra in azione in ritardo, arresta pochissime persone - solo cinque - appare evidentemente poco aggressiva contro chi si sarebbe macchiato di reati gravi contro la persona. Ottavo punto: nessuno ha ancora chiarito se, effettivamente, i protagonisti delle aggressioni fossero immigrati. A parte questi punti, su cui ognuno può riflettere, è necessario ora analizzare l’attuale situazione in Germania rispetto ai migranti e al loro accoglimento. Per la prima volta nella storia della sua carriera politica, Angela Merkel si trova in difficoltà. Il suo governo vacilla, a causa dell’accesa discussione sulla linea politica da adottare relativamente i flussi migratori e il controllo alle frontiere, e con l’area Shengen in pericolo a pochi passi dai confini con la Danimarca, ecco che si crea l’impellente necessità di operare un netto dietro-front sulle decisioni prese rispetto l’apertura all’accoglienza dei migranti. Non basta: dopo la diffusione della notizia delle aggressioni di massa che si sarebbero verificate a Colonia, ecco arrivare notizie di denunce - presentate da donne - che anche nelle città di Zurigo, Helsinki, Salisburgo e Amburgo, sarebbero state vittime di palpeggiamenti, aggressioni e stupri la notte di capodanno. Guarda caso, tutti questi accadimenti, si realizzano in Nord Europa, quella parte di mondo che vuole chiudere le frontiere... Oltre ciò, le stragi accadute in Francia, a cominciare da quella accaduta all’interno della redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, sono un forte traino che ingolosisce i governi europei e occidentali che possono sfruttare l’ondata di terrore del terrorismo che opprime ormai le popolazioni. Un bombardamento mediatico basato fondamentalmente sull'inoculazione sistematica di uno stato d’allerta costante, generato dalla presenza di extracomunitari potenziali attentatori, sostiene di fatto la volontà di rinnegare qualsiasi programma di accoglienza dei migranti, cosa che non sarebbe possibile non avendo in mano gravi accadimenti da addurre a motivazione per chiudere le frontiere. Alternativa alla riflessione precedente: poniamo che non sia la Merkel a dover trovare una strategia per cacciare i migranti e chiudere le frontiere, sarebbero allora i suoi oppositori ad aver trovato il modo per metterla all’angolo, generando un evento grave e che mette l’accento anche sulla totale incapacità delle forze dell’ordine ad arginare un’aggressione di gruppo. Insomma, considerando l’opacità delle notizie relative ai fatti accaduti a Colonia, considerando l’attuale situazione politica tedesca e considerando anche l’attuale situazione socio politica europea, direi che sarebbe possibile che, la multi aggressione avvenuta a Colonia, possa essere frutto di una strategia ben congegnata. In tutto ciò, resta la reazione dell’Opinione Pubblica, che in ogni caso subisce l’impatto mediatico di accadimenti raccontati, diffusi e subito assimilati come reali. Se si dovesse scoprire che i fatti di Colonia sono frutto di un progetto ben organizzato e ordito per creare da un lato dissesto alla traballante amministrazione tedesca presieduta da Angela Merkel e dall’altro per catalizzare l’attenzione delle popolazioni su temi diversi rispetto a quelli centrali – che sono sempre gli stessi e relativi alle tasse, ai flussi migratori, alle politiche sociali negate, alla sanità etc… - non sarebbe uno scoop, ma solamente la dimostrazione concreta del criterio di propaganda politica, a volte difficile da dimostrare. ©Tutti i diritti riservati. La diffusione è concessa esclusivamente indicando chiaramente il nome dell'autore e il link che riporta a questa pagina
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 06:31:38 |
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