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Art. 1.
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e
nei limiti della Costituzione.
Art. 2.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si
svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri
inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale
Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti
alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e
l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e
promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie
possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che
concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Avete letto con attenzione? Sono i primi quattro articoli della nostra Costituzione. Quelli fondamentali per la popolazione. Sono diritti umani. Inalienabili. Una cosa però: in ognuno di questi articoli, spicca un criterio: la necessaria partecipazione dei cittadini alle questioni nazionali che li riguardano, partendo dalla sovranità, passando per la realizzazione del progresso materiale e spirituale della società per finire alla verifica dell’applicazione, da parte dello Stato, delle suddette regole comuni. L’andamento, ormai stabile, conferma invece la tendenza a scagliarsi contro – qualsiasi persona o fatto – senza mai fare introspezione e assumersi almeno una piccola parte delle cose che accadono nel nostro paese. Molti italiani, sono convinti che lo Stato debba fornire ai cittadini assistenza economica senza se e senza ma. Eppure, quando negli ultimi anni si è verificato il processo di distruzione del criterio di Welfare, in pochi si sono davvero battuti affinché non accadesse. Stessa cosa, per ciò che riguarda il diritto – inalienabile – al lavoro. Di certo, non era manifestando un paio di ore per le strade, che si sarebbero risolte certe questioni urgenti e spinose.
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I commenti: | |||
Commento
1)
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 06:35:54 |
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