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Scintille tra Russia e Turchia

Scintille tra Russia e Turchia
Autore: Teresa Corrado - Redazione Esteri
Data: 03/12/2015

Continua il botta e risposta tra Ankara e Mosca. Alle accuse russe di comprare greggio dall'isis, il presidente turco Erdogan afferma che è la stessa Russia a commercializzare petrolio con l'Isis. Ma Putin non ci sta e da Mosca manda un avvertimento preciso: "si pentiranno di quello che hanno fatto", riferendosi all'abbattimento del jet russo ai confini con la Siria.

Vladimir Putin, rivolgendosi in un discorso alla nazione, ha confermato che le reazioni della Russia all'abbattimento dell'aereo e la conseguente morte dei due piloti non si fermeranno alle sole sanzioni. Le sanzioni sui prodotti turchi e sugli accordi finanziari tra i due paesi, sono arrivate ormai ai ferri corti. Non ci saranno altri scambi commerciali, ed è stato interrotto anche il negoziato per il gasdotto russo-turco Turkish Stream. Quest'ultimo fermo è stato annunciato dal ministro dell'energia russo Aleksandr Novak, precisando che la questione della costruzione della prima centrale nucleare turca resta ancora aperta. Intanto, però, Mosca ha cominciato a fornire ai militari iraniani sistemi di difesa antiaerei S-300. Secondo quanto affermato dal consigliere presidenziale per la cooperazione Vladimir Kozhin, il contratto è in vigore e quindi le forniture del tutto naturali e autorizzate da tempo.

L'abbattimento del jet Su-24, da parte di F16 turchi, ha scatenato una vera guerra, per ora solo di parole ed economica, tra la Russia e la Turchia. La Russia di Putin non ha intenzione di perdonare il presidente turco Erdogan per aver abbattuto il jet ai confini con la Siria, così ha spostato l'ago della bilancia sulla commercializzazione del petrolio, una delle maggiori fonti di reddito dei guerriglieri dell'Isis. L'attacco di ieri al presidente Erdogan per l'acquisto di petrolio dall'Isis, con conferma di prove che verranno inserite a breve sul sito del ministero russo, sta fornendo effetti contrastanti.

Da parte sua Erdogan non demorde e risponde con rinnovata energia alle accuse, rimandandole al mittente, anzi, dichiarando di avere le prove che a commercializzare con l'Isis, siano proprio i russi. Anche il presidente turco parla di prove che dimostrano il commercio tra russi e Isis.

Non basta riflettere molto per conoscere le possibili entrate delle organizzazioni terroristiche legate all'Isis. Il petrolio, fonte di guadagno onerosa, è uno dei mercati che fa girare un gran numero di soldi e questo, l'Isis lo ha ben in mente. Lo stesso vale per quei paesi che acquistano petrolio greggio dai fondamentalisti islamici i quali, grazie a quei soldi, finanziano i loro eserciti. 




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Data:10/08/2013
Categoria:Politica e Governo
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