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Recensione: Les 7 Doigts de la Main con Cuisine & Confessions al Teatro Brancaccio

Recensione: Les 7 Doigts de la Main con Cuisine & Confessions al Teatro Brancaccio
Autore: Recensione della nostra inviata Susanna Schivardi
Data: 01/12/2015

Un’altra tappa fondamentale del RomaEuropa Festival 2015 è stata toccata e ampiamente soddisfatta, con uno spettacolo travolgente, brillante e di altissima qualità. Realizzato da una compagnia di ballerini del Quebec francese, i Les 7 doigts de la main, lo spettacolo Cuisine & Confessions presentato al Brancaccio dal 25 al 29 novembre, è stato un rocambolesco viaggio attraverso storie, vita, culture, intrecci di memorie e virtuosismi artistici di rara bellezza.

Parla il figlio argentino di un desaparecido il 4 gennaio 1977, poi lo studente spagnolo che ricorda la bellezza dei pranzi numerosi di famiglia intorno ad un tavolo per ritrovarsi insieme,  e ancora il francese che racconta di quanto a casa sua invece non si parlasse. Disabituati o meno alla parola i ballerini cucinano, infornano, cantano e volteggiano nell’aria come gabbiani, come forme ultraterrene, felini dal gatto felpato, si lanciano in capriole, capitomboli, fughe dal terreno, verso una leggerezza impensata per i comuni mortali. Si trasformano in angeli balzando da un lato all’altro del palcoscenico come saette, fulmini, fuoco vibrante di energia.

Le loro ombre si mescolano a quelle delle forme entro cui si immergono, attraverso cui saltano, non tentennano, aggrediscono l’aria risultandone vincitori. Si arrampicano sulla pertica, lasciandosi andare quasi a morire, per poi riagganciarsi col vigore dei muscoli poco prima di perire al suolo. Forzano la gravità e diventano immortali. Bellissimi nei brani corali dove i loro corpi si alternano in aria come mosche o uccelli, divertenti quando chiamano il pubblico sul palco coinvolgendolo a partecipare. E come se non bastasse alla fine della performance tirano fuori  pasta al pomodoro e dolce alla banana, mirabilmente serviti su taglieri di legno al pubblico in piedi nella sala. Sudati e felici li incontri tra le poltrone a luci accese e li vedi nella loro umanità. I loro contorcimenti adesso sembrano più lontani e meno impossibili. Acrobati teatranti e artisti del quotidiano, con la loro scenografia apparentemente banale, ripropongono la semplicità di tutti i giorni con irrisorio divertimento.

Per la regia di Shana Carroll e Sebastien Soldevila e le musiche originali adatte ad arricchire il sapore già piccante di questo spettacolo, la compagnia quebecchese manda un messaggio “la cucina e il circo sono pieni di eredità che si trasmettono e non possono perdersi”. Impossibile perdersi in questo mare di creatività e vigore, come ci hanno dimostrato questi giovani ballerini in teatro nei pochi giorni concessi, con le loro storie, i loro racconti e una sorta di dolce ironia come antidoto agli affanni. A volte basta una fetta di dolce alla banana per rendere tutto più sopportabile.




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