In Turchia il clima continua ad essere rovente. Il capo dell'associazione degli avvocati di Diyarbakir Tahir Elci, è stato assassinato in una sparatoria proprio nella città di Diyarbakir. La città del sue est turco è a maggioranza curda e Tahir Elci era uno dei maggiori esponenti per i diritti umani e uomo molto noto in Turchia.

La sparatoria che è stata ripresa anche dall'emittente tv turca DHA è avvenuta alla fine di una conferenza stampa, organizzata nel distretto storico di Sur. A perdere la vita, insieme a Elci, anche un poliziotto, mentre altri tre agenti sarebbero rimasti feriti nella sparatoria. Risultano feriti anche tre giornalisti che erano presenti all'incontro.

Le battaglie per i diritti civili lo avevano inserito tra gli oppositori al potere del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Solo un mese fa Elci era stato arrestato e poi rilasciato in attesa di giudizio, per aver sostenuto, durante un intervento in una trasmissione televisiva, che il Pkk non può essere considerato un'organizzazione terroristica, come sostenuto, invece dal governo di Ankara.

Il delitto di Elci e la conseguente sparatoria hanno inasprito la lotta al Pkk. Il presidente Erdogan, intervenendo sull'omicidio ha dichiarato che "questo incidente mostra quanto sia nel giusto la Turchia nella sua lotta determinata contro il terrorismo", dove per terrorismo si intendono proprio i componenti del Pkk e la continua lotta contro i curdi.

I media turchi, intanto, fanno sapere che le autorità turche hanno imposto un coprifuoco nel centro storico di Sur, mentre l'opinione pubblica e i media si schierano alla ricerca della verità su un nuovo delitto che ha insanguinato la Turchia. Scontri sono scoppiati ad Ankara non appena si è diffusa la notizia dell'uccisione di Elci, mentre la tensione esplode ancora una volta.