|
|
|
Sei nella sezione Cultura   -> Categoria:  Recensioni
|
Istrionica, bravissima, sublime. Lina Sastri al teatro Quirino per la prima de La lupa, non si smentisce e tira fuori le sue doti migliori di attrice, cantante, donna. Insieme a lei sul palco Giuseppe Zeno, Clelia Piscitiello, Enzo Gambino, Eleonora Tiberia, Simone Vaio, Giorgio Masumeci, Valeria Panepinto, Giulia Fiume, per la regia di Guglielo Ferro, resteranno in scena fino al 29 novembre. La storia di Giovanni Verga, in un adattamento teatrale di Micaela Miano, è quella classica, una donna, chiamata la lupa, è innamorata di un giovani Nanni, che vuole sistemarsi, ma con lei non può e non vuole, visto che la donna non gode di una "buona reputazione", lei è portatrice di morte, disperazione, lei è la lupa. Il giovane, allora, chiede alla donna di poter sposare la figlia, di indole e carattere totalmente opposti alla madre. La lupa accetta, ma tra i due continua una tresca che coinvolge anche la figlia. Un amore difficile, diviso in tre, che coinvolge anche la cittadina del paese siciliano dove avviene e che espone i sentimenti privati alla pubblica piazza. I tre sono spinti da un amore che non riescono a controllare, troppo forte è il sentimento che li fa girare in questo vortice di disperazione. Contrapposta alla loro storia, così intensa, la vita dei contadini, che continua la propria vita di paese, dove si incontrano le diverse vicissitudini. Un adattamento non eccessivamente entusiasmante, ma che vive, almeno nel secondo tempo, dell'incontro - scontro tra la lupa e Nanni, tra la lupa e sua figlia, in cerca di chiarimenti, di briciole di amore che si chiedono, che si ricevono. Una donna, la lupa, che appare dura, forte decisa, ma anche fragile. Una scenografia di Francoise Raybaud, che porta sul palco un pezzo di terra siciliano, da dove salgono gli attori, come a venire dal fondo della terra e dove le luci sono fondamentali per avanzare con la scena. Il giorno, la notte, il sole, la luna, permettono l'avanzamento della narrazione, il susseguirsi del tempo. Importanti per il testo, anche le musiche che aiutano i personaggi, spesso visti come "bestie da lavoro", a riprendersi un po' della loro umanità, o a spiegare meglio il loro essere. Vibra, tra le note di Massimiliano Pace, la voce, inconfondibile ed espressiva della Sastri. È grazie a Lina Sastri, a questa attrice straordinaria, capace di passare in modo suggestivo e rapido, con naturalezza dall'amore all'imposizione, ricoprendo un ruolo, quello della lupa, che con la sua ferocia, caccia, azzanna, tiene stretto a se la sua preda. Vederla entrare in scena dal fondo del palco, mentre si erge nel suo vestito nero, contrapposto a quello più vivace degli altri attori, ci da l'impressione di veder emergere una dea dai movimenti ricercati, una donna che vive ancora con passione il suo mondo, il palco di un teatro. |
Cosa ne pensi? |
|
Per commentare l'articolo occorre essere loggati e rispettare la netiquette del sito. Se sei registrato effettua il login dal box qui a sinistra. Se ancora non sei registrato fallo cliccando qui |
I commenti: | |||
Commento
1)
|
|||
Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 10:07:15 |
Sei
iscritto su Facebook, Twitter o G+?
Commenta e condividi l'articolo direttamente.
Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz
Ritmo, passaggi rapidi e dribbling dei cocenti e pesanti temi condivisi, senza commettere falli di gioco troppo evidenti che facciano sussultare gli spettatori dell’arena Brancaccio.
E’ di genio prendere a pretesto una narrazione arcinota, Tosca, per costruirne una parallela che conduce su un binario parallelo ad un’altra dimensione umana.
Uno spettacolo per bambini e adulti, in scena dal 21 dicembre al 6 gennaio per accompagnare in allegria le festività natalizie.
Si annusano situazioni, si cercano elementi che accomunano, che ci rendono uguali a prescindere dal luogo di nascita. Il mare è blu dappertutto. Le parole hanno il medesimo senso.