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Per la Birmania le votazioni che hanno portato alla vittoria Aung San Suu Kyi, e il suo partito la "Lega nazionale per la democrazia", sono un evento eccezionale, il seguito di quella che è stata la vita dedicata al proprio paese della loro leader. Nell'ex capitale Rangoon il partito ha preso 44 seggi su 45 per la camera bassa e tutti e dodici i seggi nella camera alta. I dati sono altissimi e la percentuale della vittoria importante, il 70% dei votanti si è schierato con San Suu Kyi che potrà governare da sola. La vittoria schiacciante del premio nobel per la pace, è stata riconosciuta anche dal partito per ora al potere, che ha ammesso la sconfitta. Ad affermarlo con un tweet è l'emittente nazionale cinese Cctv. Un passo importante per portare il paese verso la democrazia e aiutarlo a uscire da anni di dittatura militare. Importante sarà anche il rapporto che la Lega Nazionale per la democrazia avrà con i militari, ai quali, con le modifiche avvenute negli anni, sono stati dati poteri importante, che possono bloccare il processo di democratizzazione della Birmania. Aung San Suu Kyi conosce bene il suo paese visto che, da quando è tornata in Birmania dopo essere stata in giro per il mondo a studiare, ha deciso di dedicare la sua vita alla democratizzazione dello stesso. Non è la prima volta che la donna, insieme ai suoi sostenitori, vincono le elezioni con un così ampio vantaggio. Quando accadde nel 1990, il dittatore al potere non le accetto, e quindi non ci fu alcun cambiamento. Ma la lotta silenziosa, caparbia e non violenta di Aung San Suu Kyi, alla fine, ha permesso di raggiungere l'obiettivo che la donna si era prefissato. Certo, per raggiungere questo risultato la donna ha sacrificato la sua libertà passando 10 anni di prigione, anche se agli arresti domiciliari e quindi rinchiusa nella sua casa, la sua famiglia e tanto altro ancora. In compenso ha mostrato che è possibile combattere la dittatura anche con la non violenza, come prima di lei aveva fatto Ghandi, che il bene del paese può essere messo al di sopra del bene dei singoli cittadini. Negli anni ha conquistato anche l'ammirazione di leader di altri paesi, il rispetto delle persone, tanto da vedersi assegnati vari premi, tra cui il Premio Nobel per la pace nel 2012 e da ricevere, nel 2011, la visita del capo di Stato più potente, Barack Obama. Non solo lui, ma in tanti hanno avuto la possibilità di parlare con la donna, mentre lei era imprigionata nella sua casa. Ora resta forse, il lavoro più intenso di tutta la sua vita, cambiare il paese provando a portarlo nel ventunesimo secolo, soprattutto per ciò che riguarda la sensibilizzazione dei diritti umani e sociali che ne caratterizzano l'obiettivo umano non solo per la Birmania, ma per tutte le nazioni sparse per il mondo. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 10:06:58 |
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