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Il sottotitolo di questo nuovo lavoro di Armanda Capeder, potrebbe essere “Com’eravamo”. Pagina dopo pagina, ci si ritrova a vivere da protagonisti, le emozioni, le angosce, le speranze, le delusioni degli italiani che hanno vissuto da protagonisti gli anni – difficili e complessi – a cavallo fra la Prima e la Seconda guerra mondiale.
Un racconto pulito, dettagliato, puntuale e sincero, che ci porta a vivere in prima persona gli avvenimenti del ventennio fascista e ripercorre l’atmosfera che si respirava, fatta di assolute convinzioni, aderenza collettiva ai dettami mussoliniani, fino all’epilogo – tragico – che, come sappiamo, portò molti italiani a un estremo voltafaccia a se stessi, a ciò che erano stati e verso ciò che avevano fortemente sostenuto. Protagonista di questa storia, una normale famiglia italiana durante l’epoca fascista. Luigi Armani, reduce mutilato della Prima Guerra mondiale, tornato a vestire i panni civili, si ritrova a dover fare i conti con la realtà beffarda che colpisce i militari che combatterono una guerra per molti versi assurda. Nessun riconoscimento per i reduci di guerra. Nessuna promessa mantenuta, fra quelle propagandate per spingere molti a partire e combattere per la patria. Luigi Armani è un uomo mite. Anche troppo, a parere della moglie Angela. Impiegato comunale, a capo di una famiglia come tante: padre, madre, una figlia, una casa modesta ma decorosa, una vita cadenzata dalla routine. Luigi capta fin dai suoi albori, la nuova onda politica di un Mussolini ai primi passi della sua ascesa e la fa propria, ma senza esagerazioni. Crede nel nuovo movimento e vi aderisce con orgoglio, divenendo dirigente di sezione. Eppure sarà sempre pronto a discutere saggiamente – anche con sé stesso – le azioni sempre più esasperate di un fascismo che non accetta alcun tipo di pensiero critico. Armani resterà legato a un sogno, a un ideale, a una speranza. Come molti italiani. Percorrerà con convinzione la strada decisa dal leader assoluto – Mussolini – pur riflettendo costantemente sulle ragioni di determinate scelte. Vede nel Duce la possibilità di riscattare se stesso e l’intera nazione, e crede fermamente nella realizzazione di una società civile partecipe di una grande trasformazione. Ma i sogni si sa, hanno vita breve. Al mattino, al risveglio, svaniscono. E’ ciò che accade alla caduta del regime fascista. Mentre la maggior parte dei cittadini, in preda a un dietro-front idealistico collettivo, che li fa immediatamente staccare da ogni convinzione sostenuta per anni, Luigi resta attonito. Continua per qualche tempo a portare con orgoglio la spilla distintiva degli appartenenti al Fascio, sul bavero della giacca. Fino al giorno in cui si rende conto che tutto è svanito, che nulla è e sarà mai più come prima. Ora, orde di ex fascisti e di partigiani vagano per l’Italia in cerca di vendetta. Realizzano una giustizia sommaria su coloro che sono ritenuti colpevoli degli sfasci del Fascismo, a volte sbagliando obiettivo. Luigi Armani, il mite messo comunale che non ha mai fatto male a una mosca, verrà arrestato come un qualsiasi dirigente fascista, al pari di certi ortodossi rappresentanti del partito del Duce. L’epilogo della storia, lo lascio scoprire ai lettori di questo racconto che realisticamente, riesce a trasportarci indietro nel passato, al pari di una moderna macchina del tempo, e farci vivere nel profondo dell’anima, ciò che prima di noi, hanno vissuto i nostri familiari. Nel bene e nel male. Fascisti! Di Armanda Capeder - Enrico Damiani Editore, pagine 238, euro 18,00 Link alla pagina dell'editore: Fascisti! Armanda Capeder è insegnante di lettere e giornalista specializzata in linguistica italiana
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 23/11/2024 01:47:08 |
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