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Non si sono placate le tensioni al Senato, dopo che il Consiglio di presidenza, al termine di una riunione, ha deciso di condannare con forza gli atti che hanno visto protagonisti due senatori. Cinque giorni di sospensione sono stati inflitti a Vincenzo D'Anna e Lucio Barani per gli atti osceni mimati in direzione delle colleghe dell'aula, del Movimento 5 Stelle, Barbara Lezzi e Paola Taverna. Le due donne oltraggiate da un comportamento che, è stato esplicitamente offensivo da quelli che vengono considerati i padri della Costituzione sotto il controllo di Matteo Renzi, non sono consoni all'aula nella quale risiedono. Offendere le donne in aula, che poi sono anche colleghe di lavoro, e, quindi anche tutte le altre con gestacci che possono essere ad uso di ragazzini quando sono fuori controllo, delegittimano, sicuramente, la figura dei senatori, che in queste ore stanno decidendo il futuro di quello che era considerato, dagli altri stati, il bicameralismo perfetto. Barani e D'Anna e fanno parte di quella schiera che si è formata attorno a Denis Verdini, entrati in maggioranza accanto a Renzi, del quale Verdini è stato ispiratore e sostenitore fin dall'inizio, anche se continuava a far parte della schiera di Berlusconi. Il presidente del Senato Pietro Grasso, annunciando in aula le sanzioni dei deputati, ha sottolineato che gli episodi accaduti sono stati "di tale gravità" che "hanno offeso persone e senatori" minando la "credibilità delle istituzioni". Ma se queste sono così gravi da meritare una sanzione, perché di soli 5 giorni? Non appare, agli occhi dei cittadini come la pacca sulla spalla di qualcuno che, troppo bonariamente, cerca di correggere un errore? Ma Grasso ha anche dichiarato che d'ora in poi non saranno ammesse deroghe al principio di correttezza, cose del genere non saranno tollerate e ha chiesto la collaborazione dei capigruppo perché vigilino attorno ai loro esponenti. D'Anna e Barani non sono gli unici che hanno subito le sanzioni del Consiglio di presidenza del Senato. Un giorno di sospensione è stato inflitto anche ad Alberto Airola, responsabile, secondo il consiglio stesso, di insulti rivolti ad esponenti del governo e della segreteria dell'Aula. Oltre a questo è stata comminata una censura nei confronti della Lega Nord per aver sventolato in aula dei soldi, sottolineando la compravendita dei senatori verdiniani. La denuncia degli esponenti della Lega, deriva dalla necessità di approvare il ddl Boschi. La censura ha colpito anche Gianluca Castaldi, esponente del M5S. La prima seduta del mese di ottobre ha infuocato il Senato, entrato nella fase di maggior criticità, data dall'approvazione del ddl Boschi che ne vede la sparizione, o almeno l'assenza da quello che dovrà essere il nuovo governo, che abbandonerà, secondo le direttive del ministro, il bicameralismo perfetto a discapito della sola Camera dei Deputati. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 10:18:41 |
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