I russi bombardano in Siria ed esplode la diplomazia. Nemmeno la conferenza all'Onu, dove il presidente russo Vladimir Putin aveva mantenuto le sue posizioni contro le accuse di quello americano, Barack Obama, che aveva accusato il governo siriano di dispotismo, hanno vitato l'attacco unilaterale dei russi su territorio siriano.

A poche ore dall'approvazione del Parlamento russo di consentire l'intervento in Siria, le truppe russe sono intervenuto bombardando attraverso raid, la zona di Homs. I primi a riferire del raid russo sono state le forze americane, ma la conferma è arrivata immediatamente anche da Putin il quale ha affermato di aver avvisato dell'azione il comandante americano a Bagdad.

Secondo quanto affermato dai russi, gli obiettivi del raid erano e lo sono ancora adesso, le forze ribelli e zone sotto il controllo dell'Isis, ad affermarlo la Tass. Di diverso avviso, invece, l'opposizione, che smentisce gli obiettivi russi, riferendo che, ad essere colpiti sono state le zone controllate da ribelli moderati. Schierati con le opposizioni la Francia. Quest'ultima ha recentemente iniziato dei raid contro le forze dell'Isis di istanza in Siria e come risposta agli attentati che questi hanno rivolto contro obiettivi francesi.

Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius ha sottolineato che sarà necessario verificare i reali obiettivi del raid russo richiamando il Consiglio di Sicurezza sulle problematiche siriane e sull'utilizzo delle forze siriane di barili-bomba carichi di esplosivi e del cloro.

Dagli Stati Uniti c'è voglia di smorzare la tensione, così il portavoce di Obama, Josh Earnest, afferma che il Ministero della Difesa sta controllando le operazioni effettuate dagli aerei russi, anche se, dopo i colloqui avuti tra i due presidenti, per cui era prioritario trovare nella transizione politica la soluzione più logica, restano dubbi sulle reali strategie del governo siriano e russo.

Dal Cremlino fanno sapere, intanto, che è stato lo stesso presidente siriano Assad a chiedere l'intervento e l'aiuto militare della Russia, chiudendo, da parte loro, ogni adito a polemiche sulla presenza di forze militari russe all'interno del paese.