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Nuovi 4 decreti del Jobs act

Nuovi 4 decreti del Jobs act
Autore: Teresa.Corrado - Economia
Data: 05/09/2015

Sono quattro i decreti attuativi passati quasi in sordina e approvati dal Governo per completare l'intero quadro del Jobs act e che cambiano ancora le regole del lavoro. Decreti che sono stati messi in secondo piano, vista la crisi immigrazione che ha sconvolto l'Europa, ma che cambieranno totalmente il vecchio concetto di lavoro.

Rispetto alla privacy dei lavoratori, è stato modificato l'articolo 4 dello Statuto. Il datore di lavoro, quindi le aziende pubbliche e private, potranno controllare a distanza i propri dipendenti attraverso gli strumenti di lavoro, quali tablet, personal computer, cellulari, senza richiedere alcuna autorizzazione al Ministero del Lavoro e senza alcuna intesa sindacale. Queste ultime restano obbligatorie per l'installazione di telecamere o altri sistemi di controllo fissi. Resta obbligatorio informare prima i lavoratori delle politiche aziendali sui controlli che saranno effettuati attraverso gli strumenti messi a disposizione, sempre in rispetto della privacy. Ma le informazioni che saranno raccolte, potranno essere utilizzate a fini disciplinari, compresa la possibilità di licenziamento del lavoratore.

Cambio di direttiva anche per la cassa integrazione di cui viene limitata la durata a 24 mesi in un quinquennio, sia per quella ordinaria sia per quella straordinaria. Ciò non toglie che è possibile arrivare a 36 mesi attraverso i contratti di solidarietà, suddivisi per 24 mesi di solidarietà e 12 di cig. Questi, però, diventano una causa della cassa integrazione e riguarderanno anche i massimali di integrazione salariale. Altro cambiamento importante è quello che prevede l'utilizzo di ammortizzatori sociali anche per le piccole aziende con un numero maggiore di 5 dipendenti. In questo modo si andranno a coprire circa 1,4 milioni di dipendenti che fino ad ora erano esclusi da queste agevolazioni. Il Governo punta anche a far sparire la cig. Infatti, mentre da un lato sarà attivato uno sconto del 10% sul contributo ordinario, dall'altro verrà applicato un contributo addizionale per le imprese che utilizzano di più la cassa integrazione. Si partirà da un 9% per il primo anno, ad un 12% sino a due anni, per arrivare al 15% per chi la utilizza per tre anni.

Nasce l'Anpal, Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro che sarà attiva dall'inizio del 2016. Sarà una rete nazionale dei servizi per le politiche del lavoro. Questa si occuperà del lavoratore, diviso in due categorie, disoccupato o a rischio di disoccupazione. L'agenzia dovrà valutare il livello di occupabilità, quindi convocare il lavoratore nei Centri per l'Impiego, che saranno rafforzati, dove sarà possibile stipulare un Patto di servizio personalizzato. Oltre a questo, nel decreto è presente la semplificazione dell'attività ispettiva, attraverso l'istituzione dell'Ispettorato nazionale del lavoro, guidato dal Ministero del Lavoro che dovrà occuparsi di tutto il personale ispettivo, compreso quello dell'Inps e Inail.

Cambiano le direttive per le dimissioni. Spariscono le dimissioni in bianco, quelle utilizzate dai datori di lavoro soprattutto per le donne, evitando di essere utilizzati in casi di gravidanze e malattie a lungo periodo. I datori di lavoro dovranno utilizzare degli appositi moduli che potranno essere trasmessi anche tramite patronati, organizzazioni sindacali, enti bilaterali e commissioni di certificazione.

Come annunciato dal Jobs act, spariscono i contratti co.co.pro i famosi contratti di collaborazione a progetto. Dal 1 gennaio 2016 saranno aboliti e quelli già firmati dureranno sino alla scadenza degli stessi. Per i successivi si applicheranno le norme del lavoro subordinato. Se l'azienda si ristruttura o riorganizza, sarà possibili modificare il livello di inquadramento del lavoratore, passando anche ad uno inferiore, ma non potrà essere modificato il trattamento economico, ad eccezione di quello accessorio.

Cambiamenti anche nel concedo parentale. Con trattamento economico fino al 30% per i bambini fino a 6 anni, prima arrivava a tre anni, mentre passa da 8 a 12 per età dei bambini, il congedo non retribuito.




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Data:10/08/2013
Categoria:Politica e Governo
Obbiettivo:50000 firme

 
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