Svolta nelle indagini dell'omicidio di Alfio Longo, il 67enne trovato morto nella sua villa di Biancavilla a Catania. Ad ucciderlo non è stato un ladro, come si era presunto all'inizio, ma la moglie, Vincenzina Ingrassia, di 64 anni. I primi dubbi erano apparsi quasi subito. Alcune piccole incongruenze che sono state approfondite dai Carabinieri del comando della provincia di Catania e della compagnia di Paternò. Così nella notte si è scoperta la verità.

Ad uccidere l'ex elettricista in pensione, Alfio Longo, è stata la moglie, che lo ha colpito con un ceppo in testa uccidendolo. Ma la realtà che emerge ancora dalla famiglia, è che l'uomo aveva "scatti violenti" nei quali se la prendeva con la moglie, che stanca di subire la continua violenza dell'uomo, alla fine ha deciso di reagire. Reagire in modo duro, tanto da uccidere l'uomo.

Molti i dubbi che avevano accompagnato le indagini fin dal principio e che i carabinieri hanno cercato di chiarire dalle prime ore delle indagini. Piccoli tasselli che lentamente hanno ritrovato il loro posto. Uno di questi era il fatto che nessuno dei vicini avesse udito abbaiare i cani della coppia. Poichè, a detta di un vicino, "si facevano sentire spesso". I banditi, poi, avrebbero scelto una zona di villette, ma abitata da lavoratori e non da persone ricche e che era sempre stata una zona tranquilla.

Secondo il primo racconto della donna, i banditi sarebbero entrati in casa prendendo solo poche centinaia di euro e qualche gioiello, i due anelli dell'uomo compresa la fede, ma non quella della donna, poi il marito avrebbe gridato di averli riconosciuti e loro si sarebbero difesi colpendolo alla testa e uccidendolo. Quindi sarebbero fuggiti senza lasciare alcuna traccia.

Interrogata per tutta la notte, alla fine la donna avrebbe ammesso l'omicidio, affermando di essere stanca di tutte quelle violenze. Poi avrebbe inscenato una rapina per difendersi dalle accuse.