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Arquà Petrarca, luogo senza tempo, cita il depliant di presentazione della vecchia dimora di Francesco Petrarca, notissimo poeta del trecento, padre della poesia volgare italiana e amante delle belle cose. Capitato ad Arquà per caso, perché si curava presso le acqua calde di Abano Terme, decide di stabilirvi la sua dimora per terminare la vita, insieme alla cara figlia e al suo adorato gatto. Il luogo suggestivo, situato in Veneto, alle pendici dei Colli Euganei, è il giusto punto di approdo per trascorrere una piacevole serata, magari presso uno dei numerosi bed&breakfast sparsi sul territorio. Tra i tanti, ne abbiamo trovato uno particolarmente confortevole, La Casa del Poeta, a pochi metri dal centro e circondato da un incantevole giardino, da cui ammirare la terra euganea florida e verdeggiante. Sulle arcate del terreno (o anche arquata montium), da cui il nome Arquà, si sventagliano vigneti che sono solo il preludio della prossima tappa, il Valdobbiadene. Ma prima di inoltrarci nella terra del Prosecco, abbiamo dedicato un po’ di tempo al vecchio borgo. Di antichissima origine, il luogo ha attraversato intere epoche senza intaccare la sua antica bellezza, mantenendo intatti i monumenti, come sulla piazza Roma dove affacciano il Palazzo Contarini del XV secolo e la Chiesa arcipretale di Santa Maria, di poco posteriore al Mille. Su piazza San Marco si apre invece l’Oratorio della SS. Trinità, dove il sommo poeta amava recarsi in preghiera, restaurato da poco e dove si può ammirare il bellissimo polittico di Jacobello da Bonomo, risalente al 1370 e perfettamente mantenuto. A pochi passi dall’Oratorio un vicolo porta alla casa del Petrarca, in un’atmosfera rarefatta di bellezza e sobrietà, dove si assiepano enoteche e punti vendita di prodotti artigianali, primo tra tutti il famoso brodo di giuggiole. La villa si sviluppa su due piani con scala esterna, mentre all’interno i locali raccontano le giornate di studio e scrittura del poeta, attraverso anche interessanti gallerie in cui si ricostruisce, quasi con una cronistoria per immagini, la vita del Petrarca, trascorsa viaggiando in Italia e in Francia. E ancor più suggestivo il cammino attraverso l’amore platonico, almeno così si pensa, nutrito per l’arcinota Laura, quando con i suoi versi ancora incanta i contemporanei: “questa che col mirar gli animi fura,/ m’aperse il petto, e ‘l cor prese con mano”. Ed è anche il paesaggio dei Colli Euganei che incanta il visitatore, e per questo ci immergiamo nelle verdi vallate a vite e dirigiamo il passo verso la zona del Valdobbiadene, per godere di altro piacere, anch’esso, in qualche modo, puro come la poesia, il Prosecco. Località come Cison di Valmarino, uno dei borghi più belli d’Italia con il suo CastelBrando, Miane, Soligo, Follina, sono soltanto alcuni tra i luoghi da visitare, ricchi di storia e cattedrali, immersi nel verde dei vigneti rigogliosi che, come pietre preziose, si ammucchiano sulle dorsali collinari e in pianura, creando un tappeto fittissimo pieno di promesse. Sono i grappoli, curati, amati e venerati da coloro che ne fanno una ragione di vita. Qui l’uva da Prosecco è pregiatissima per una strana concomitanza di caratteristiche del terreno, a Maggio si organizzano nella zona lunghi trekking in bicicletta attraverso le coltivazioni, e proprio a Conegliano sorge la scuola enologica più famosa d’Italia. Ad ogni metro sorgono aziende produttrici, da piccole a grandi quantità. Tra le tante segnaliamo l’azienda Vincenzo Toffoli, dove ci vengono indicate, con estrema competenza, tutti i passaggi di produzione del prosecco. Dalla raccolta all’imbottigliamento, attraverso le fasi di fermentazione e aggiunta di zuccheri, massima attenzione alle pressioni nelle autoclavi e diversificazione dei processi a seconda del prodotto desiderato. Il tutto controllato attraverso un sistema tecnologico di altissimo livello con cui monitorare soprattutto le temperature. Qualsiasi sbalzo porterebbe infatti all’alterazione del prodotto e alla conseguente mancata vendita. All’esterno si può effettuare una visita ai vigneti, per capirne la vita, la crescita, le tecniche per allontanare muffe e altri danni alla pianta, i metodi di potatura e la sapienza con cui trattare i nuovi germogli. Isolandosi per qualche attimo in mezzo a queste distese di filari, dove ogni foglia e ogni nuovo grappolo vengono maneggiati alla stregua di cuccioli appena nati, si sente l’amore per la terra, la passione impressa anche solo nell’estirpare l’erba in eccesso che porta umidità, la cura dell’uomo che, quando vuole, sa fare grandi cose. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 22:40:35 |
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