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Si allarga al caporalato l'indagine per la morte della bracciante Paola Clemente, avvenuta a Trani in Puglia. Un effetto domino che si sta allargando all'interno di una realtà che finalmente sta emergendo. Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, ha commentato il tutto, sottolineando che il caporalato è "da combattere come la mafia". Sembra fare qualche passo avanti, l'indagine, che cerca di scoprire come sia possibile riuscire a mantenere, nelle mani di alcuni, il potere del lavoro e come sia possibile morire per lavorare. Il primo nome ad essere inserito nel registro degli indagati è quello di Ciro Grassi, l'autista che il 13 luglio scorso accompagnò la bracciante, insieme ad altri colleghi, sul posto di lavoro. Il luogo dove furono fatti scendere, San Giorgio Ionico in provincia di Taranto, dovePaola Clemente, quarantanovenne, è stata stroncata a causa di un malore. Grassi sarebbe non solo l'autista che ha accompagnato i braccianti sul luogo del lavoro, ma anche la persona che ha organizzato il gruppo e il relativo viaggio verso la zona nord della provincia di Bari. All'uomo si è arrivati grazie all'esposto denuncia fatto da Stefano Arcuri, marito della donna morta. Dalla Procura fanno sapere che Grassi è anche la persona che ha chiamato Arcuri per avvertirlo che la moglie aveva avuto un malore appena due ore dopo l'inizio dello stesso, mentre era intenta all'acinellatura dell'uva, sotto un tendone reso rovente dal gran caldo. L'incidente, infatti, è avvenuto durante le giornate afose che hanno colpito l'Italia e la stessa denuncia è stata fatta giorni dopo. Infatti si aspettano i dati dell'autopsia, che verrà eseguita dal medico legale Alessandro Dell'Erba, solo dopo la riesumazione del corpo. Secondo i racconti raccolti dalla procura, la donna avvertiva da un paio di giorni dei dolori al collo, dei quali il marito non si era preoccupato, essendo questi presento da qualche anno. Il pm di Trani Alessandro Pesce e il procuratore Carlo Maria Capristo, coordinano le indagini e indagano per omicidio colposo e per omissione si soccorso. Lo stesso Capristo assicura che "l'inchiesta sul decesso di Paola Clemente andrà a fondo e darà giustizia alla famiglia della vittima". "Sul fenomeno del caporalato - si sfoga il procuratore - c'è però un muro di gomma. La gente non collabora, preferisce guadagnare pochi spiccioli anziché collaborare alle nostre indagini finalizzate a debellare il fenomeno". Parole sconcertanti quelle del procuratore che evidenziano la necessità delle persone di lavorare, anche per pochi euro, per portare qualcosa a casa. Il fenomeno, diffusissimo nel nord del barese, ma non solo, venne fuori anche durante le indagini successive al crollo di Barletta del 3 ottobre del 2011, dove morirono quattro operaie, tutte irregolari. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 10:24:00 |
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