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Ci eravamo fermati ad un anno fa. La spazzatura torna ad essere protagonista e, nonostante le promesse risalenti alla scorsa estate, non si è fermato il disagio creato in tutte le zone della capitale. Quartieri interi, strade piene di cassonetti stracolmi continuano ad essere il flagello di Ignazio Marino e della sua giunta. Risale allo scorso Maggio l’ultimo dibattito sulla questione romana, il Sindaco è stato accusato di non aver adempiuto alle promesse fatte e lui se la prende con il boss dei rifiuti Manlio Cerroni, per non aver messo a disposizione gli stabilimenti di smaltimento per la capitale. Ma che cosa c’entra Cerroni con la raccolta differenziata nelle strade è poco chiaro. Qui si tratta di turni saltati e di una popolazione che vive tra sacchetti e quant’altro buttato in ogni angolo di strada e non si parla solo di periferia ma anche di centro storico. Il 20 Maggio l’Assessore all’Ambiente Estella Marino ha rischiato il licenziamento e alle domande che gli vengono poste il Sindaco ha risposto che è ora di smettere di ragionare come si è sempre fatto. E’ finito il tempo dei monopoli, è necessaria una politica trasparente e chiara. Intanto all’epoca si era vantato di aver innalzato la raccolta differenziata al 45%, rispetto a Berlino che era rimasta indietro al 41%. Comunque rimane tutto da verificare. Il problema annoso di Roma non è rappresentato tanto dalla differenziata o dagli impianti ma piuttosto dallo smaltimento dei prodotti di lavorazione che non si sa dove vadano a finire e soprattutto dovrebbero servire a produrre energia. Arriviamo così a oggi, con le foto di Roma sporca e indecente hanno fatto il giro del mondo. A partire dal New York Times, che pubblica sulla prima pagina della versione internazionale un servizio sulla capitale e il suo degrado, correlato dell’hashtag su Twitter chiedendo agli americani i commenti sulla città eterna e le sue condizioni di disagio. A seguire Le Monde, che pubblica solo foto di sacchettini di immondizia e abbandono di bottigliette nei luoghi di interesse storico, tra l’incuria e il menefreghismo, la reputazione di Roma, si chiede, dove andrà a finire? Probabilmente andrà a finire dove i rifiuti verranno smaltiti, per avere uno spiraglio di speranza in vista del Giubileo e delle Olimpiadi, grandi trampolini di prova. Ed ecco che il Sindaco promette novità per il 2016: un nuovo impianto a Rocca Cencia, pronto, si spera, per ottobre del prossimo anno, che prevede il compostaggio per il programma “rifiuti a chilometri zero”, dedicato agli scarti organici raccolti con la differenziata. Grazie alla nuova struttura si arriverà a 70 mila tonnellate di organico che favorirà una diminuzione della tassa dei rifiuti, perché il nuovo sistema produrrà ricchezza. Oltre al controllo sulle 400 mila utenze che a quanto pare consumano elettricità ma non producono rifiuti, il Sindaco e l’Assessore Estella Marino hanno avviato le procedure per il rinnovamento delle risorse di AMA, che ancora una volta quest’anno ha dimostrato inefficienza e inadeguatezza, pagando l’ipoteca di anni di mala gestione. Razionalizzazione, ammodernamento, riduzione dei costi ed efficientamento, sono queste le parole chiave vincenti, per essere all’altezza degli altri paesi europei. Dal 17 Luglio inoltre è stato applicato un nuovo sistema di monitoraggio dei mezzi e delle loro posizioni attraverso un sistema di wi-fi e GPRS per gestire nel modo migliore la pulizia della città. Nonostante le stime vogliano dar ragione alla politica italiana rispetto a quella europea, rimangono i numeri dell’anno 2014, in cui emerge che la prima in classifica è Berlino, con il 42% di differenziata, di cui il 33% già è rivolto alla produzione energetica. A Roma invece, sempre nel 2014, la differenziata arrivava al 38% (secondo le stime di Marino quest’anno dovrebbe essere arrivata al 45%), di cui solo il 27% si avvia la recupero di materia. I dati che emergono riguardano anche i kg prodotti pro capite e a Roma sono quasi il doppio rispetto alle altre città come Londra, Parigi, Madrid e appunto Berlino. Siamo tanti e produciamo tanta spazzatura. Il problema è politico ma quello che facciamo dei nostri rifiuti è anche il riflesso civico di abitudini e costumi protratti negli anni. Il senso del decoro e della civiltà non ce lo insegnano le giunte comunali con i loro buoni propositi, ciascuno, per quanto può, deve rendersi responsabile del luogo in cui vive e della sua conservazione nel tempo. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 23:03:09 |
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