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La Camera discute, si infiamma, e non riesce a uscirne se non in corner. Sembra una partita di calcio, ma non lo è. È qualcosa di molto più importante. Alla Camera si discute sul Ddl per la riforma del processo penale dove a far banco ci sono le intercettazioni. Una normativa tesa a imbavagliare la stampa. Ma monta la polemica e nella mattinata di ieri, immediatamente, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, entra in merito alla questione. "Nessuna volontà di colpire la stampa" annuncia mentre a stretto giro arriva una proposta di modifica al testo (quindi l'intenzione c'era, solo che è stata frenata dalla polemica che ne è immediatamente scaturita). Cercando di comprendere quello che sta accadendo ricordiamo che la norma sulle intercettazioni è presente nel ddl, non verrà rimossa, ma modificata solo per i giornalisti. I cittadini onesti, che si ritroveranno nelle condizioni di poter registrare, intercettare probabili casi di malasanità, di ingiustizia, di violazione della legge, non potranno utilizzare le loro intercettazioni. Non saranno abilitati, a meno che non siano giornalisti che stanno indagando. L'esclusione dal carcere è valida anche per registrazioni utilizzate in processi penali e amministrativi, o per l'esercizio del diritto di difesa. In questi casi si potranno utilizzare le intercettazioni registrate all'insaputa del presunto colpevole. Se c'è voluto un emendamento per proteggere i giornalisti, non sarà lo stesso per i cittadini comuni. Come al solito il Governo ritrova la casta. Ma c'era proprio bisogno di una legge sulle intercettazioni per proteggere il privato delle persone? Chi non vuole intaccare la propria dignità, sicuramente non si metterà in condizione di farlo. L'Italia rischia di diventare il solo paese europeo a impedire alla verità di essere scoperta, alle persone di esercitare il diritto della conoscenza e a nascondere, come sempre, la verità sotto la sabbia. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 10:32:41 |
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