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Apre l’11 giugno 2015 , con una conferenza stampa, la stagione al teatro Vascello di Roma per il 2015-2016, che si prospetta, come sempre, molto interessante. Con la direzione artistica di Manuela Kustermann anche quest’anno il Vascello offre agli affezionati del teatro un programma ricco e variegato, che spazia dalla danza, alla prosa, al teatro sociale e agli spettacoli per bambini. “Come simbolo della nostra ventisettesima stagione abbiamo scelto un cerchio magico, un occhio – spiega la Kustermann - un occhio che vigila, un riflettore sul mondo che svela bellezza e atrocità, fonte di lacrime, stupore e appagamento”. Quello che si evince ad un primo sguardo è la varietà di proposte, la carrellata immaginifica che fa del teatro un’officina sempre in movimento e mai statica, alla ricerca continua di nuovi linguaggi. Alla conferenza stampa di presentazione si è sottolineata la difficoltà del teatro nel trovare fondi e finanziamenti, perché lo Stato – dice la Kustermann – non ha i soldi. Alla mancanza di denaro, c’è chi auspica una povertà totale, che porterà il teatro ad autodefinirsi nuovamente ponendosi in una posizione contro. Tra le produzioni proprie ci saranno il teatro Sociale di Daniela Marazita e Tiziana Sensi, che raccontano di come i carcerati avvicinati alla cultura vengano recuperati e reintegrati. Antonio Rezza e Flavia Mastrella invece propongono uno spettacolo ancora senza titolo che si preannuncia formidabile. “Siamo molto nervosi in questo periodo – commentano i registi – speriamo nella fame dello Stato perché la cultura si possa riconoscere come antagonista e recuperare degli spazi alternativi perduti”. Daniele Salvo metterà in scena Dionysos, uno spettacolo sulle Baccanti, sul senso del tragico contro una realtà anestetizzata e fatta in serie, in cui non sappiamo più emozionarci perché travolti dalla tecnologia. La rappresentazione verrà realizzata anche in greco antico, perché la lingua greca ha una fonè, un percorso comunicativo adatti per ritrovare una dimensione vicina al nostro corpo e alla nostra anima. Gianluca Merolli ci parla invece di Yerma, un testo di Garcia Lorca che racconta il bisogno di avere o di non avere un figlio, sul concetto di maternità o paternità come modo per lasciare una sorta di eredità al futuro dopo di noi. All’interno del programma è previsto il ciclo dei festival, con Le Vie dei festival, RomaEuropa Festival e Teatri di Vetro, per non dimenticare la danza contemporanea e i progetti indipendenti come Maledetto nei secoli l’amore con testo di Carlo D’Amicis, dotato di una scrittura molto articolata che racconta la storia di un’amicizia e di un amore lungo trent’anni. Sonia Bergamasco presenta lo spettacolo Il ballo, da un racconto di Irene Nemirovsky, da poco riscoperta. “Il racconto è esemplare e feroce – spiega la Bergamasco – sul rapporto tra una madre e una figlia di 14 anni che lei odia. La scena bellissima è ambientata in una soffitta di specchi, in cui la madre ripercorre la sua storia e i motivi del conflitto”. Ancora una volta il programma del Vascello è esaltante, tutti coloro che hanno aderito si dimostrano entusiasti definendolo il teatro migliore della capitale. Che sia un augurio o una certezza, il Vascello non finisce mai di rinnovarsi, tra ricerca e tradizione, il suo occhio vigile sa destreggiarsi tra il futuro incerto e un presente ancora tutto da ristrutturare. E che non sia proprio il Teatro, con le sue rappresentazioni, a farlo? |
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I commenti: | |||
Commento 1) |
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Commento di: slocorriernorri | Ip:183.69.141.237 | Voto: 7 | Data 13/06/2015 01:28:10 |
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