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Matteo Renzi: pensioni, riforma della scuola e piano anti-scafisti

Matteo Renzi: pensioni, riforma della scuola e piano anti-scafisti
Autore: Susanna Schivardi - Redazione Politica
Data: 20/05/2015

Ospite in televisione, in una trasmissione di Rai Uno, parla a raffica come al suo solito, il presidente del consiglio Matteo Renzi, per illustrare alcuni dei punti nodali della politica di questi ultimi tempi. L’Italia che si arrovella tra le pensioni e la riforma da poco approvata, dopo la sentenza sulla legge Fornero che aveva bloccato gli aumenti alle pensioni in determinate fasce di reddito. Tiene a precisare che l’argomento è scivoloso, ma specifica che i soldi non si toccano e che nessuno perderà niente.

In pratica c’è una parte delle legge Fornero che non è corretta, è incostituzionale per quelle categorie che prendono tra i 1300 e i 1700 euro lordi al mese di pensione, a cui pertanto verranno ridati dei soldi. Per non disperdere risorse preziose il governo prevederà che non siano ritoccate le pensioni per chi già percepisce almeno 5000 o 6000 euro lordi.

Infatti, per queste fasce c’è un blocco e Renzi è certo di essere nel giusto decidendo di investire i soldi per il milione di bambini in difficoltà economica in Italia. Si tratta di 3 milioni e 700 mila cittadini, quelli che percepiranno quanto promesso, mentre 600 mila non percepiranno nulla. L’importante per Renzi è insistere sul punto che nessuno perderà nulla, e che anzi il problema è stato risolto in appena 15 giorni, quando solitamente i governi spendono mesi interi a risolvere questioni.

La conclusione del Premier è che i cittadini hanno diritto ad avere una possibilità di scelta, un’opzione, lavorare di meno e percepire una pensione più bassa o viceversa. In questo senso, l’esempio dei nonni che hanno un nipotino e vogliono far risparmiare i figli, impegnandosi a prendersi cura dei più piccoli, è calzante e quanto mai attraente. Il presidente del Consiglio è ancor più convincente quando inizia a parlare di scuola.

Si dichiara contento della discussione, perché la scuola è il vero futuro dell’Italia, come del resto del mondo. Il problema della scuola di oggi è che i professori non hanno più autorevolezza. Un tempo, quando si prendevano punizioni o brutti voti, la colpa era dell’alunno, non dell’insegnante. Oggi è esattamente il contrario. Il professori si sentono depauperati della loro autorità e poco considerati. Per questo è necessaria una valutazione, fatta dal Preside o da organi appositi.

L’importante è che si decidano le modalità. La soluzione non è semplice, per questo si sta avviando una vera e propria discussione, anche sul modo in cui ridare qualità alla scuola, farla diventare il punto di partenza per un futuro migliore. In uno scenario in cui l’Italia non può essere una superpotenza bellica come l’America, o un paese potente a livello demografico come la Cina, allora, per conquistare uno spazio non più inteso in senso geografico, l’Italia dovrà diventare una superpotenza culturale, puntando appunto sulla qualità e sul merito della scuola e dell’Università.

Ultimo punto ma non meno importante è il piano  anti-scafisti, soprattutto dopo Lampedusa, l’Italia ha reagito da sola ma da sola non ce la può fare, ha bisogno dell’Europa e di un accordo serio, in cui decidere  e rispettare le quote. Renzi punta a risolvere il problema a monte, in Africa, da dove vengono i profughi – da non confondere con i richiedenti asilo – se si pensa che la maggior parte di questi arrivano dalla Libia, dall’Eritrea e dalla Somalia. Zone dove l’Italia potrebbe intervenire e investire sulle molteplici risorse presenti.

Con l’usuale atteggiamento da vincente il Premier promette che il barcone affondato sarà recuperato, anche senza l’aiuto dell’Europa. È stanco di vedere l’Italia fare sempre la parte di Calimero, la parte di quella continuamente bacchettata dall’Europa preoccupata più dello spread che delle persone che muoiono.  Per questo attende ancora un mese in cui si deciderà l’accordo su come risolvere il problema e soprattutto verificherà che le quote siano davvero rispettate. Stanco di vedere gli altri paesi europei mandare le navi ma poi spedire i profughi a Pozzallo, è più che mai deciso a ridare dignità a queste persone costrette dai regimi tirannici a scappare dai propri paesi. 

 




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Data:10/08/2013
Categoria:Politica e Governo
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