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In migliaia ieri sono scesi in piazza per protestare contro la buona scuola di Renzi. Troppi, come le scuole che hanno aderito allo sciopero generale indetto dai sindacati, ancora una volta uniti. Ci sono voluti sette anni perchè il sindacato comprendesse, ancora una volta, che l'unità è essenziale per far sentire la propria voce. Insegnanti, ata, studenti, genitori, tutti in piazza contro il nuovo Ddl per la scuola, fortemente voluto dal premier Matteo Renzi, che della scuola, al momento della campagna elettorale, ne aveva fatto un proprio cavallo di battaglia. Una bandiera che l'ha portato ad ottenere i consensi di chi, della scuola, voleva un miglioramento. Promesse che adesso gli insegnanti vedono allontanarsi dai loro obiettivi. Niente assunzioni, niente fine del precariato se non delle graduatorie, niente investimenti, ma solo tagli e accorpamenti. Nei progetti per la scuola si prevedono, nel corso degli anni, continui tagli e dimezzamenti e non finanziamenti. La riforma della scuola risulta sicuramente il maggior flop della campagna di Renzi e quindi dell'intero Pd, non ci si meravigli, allora, se tra le scritte che hanno accompagnato la manifestazione, alcuni insegnanti hanno citato "Mai + Pd". Una marea di persone che hanno sfilato tra un folto numero di forze dell'ordine in tenuta antisommossa, che hanno vigilato e chiuso ogni ingresso verso le vie dei palazzi del potere. Gli insegnanti, invece, hanno dimostrato che a manifestare non ci deve essere alcuna paura. Hanno sfilato tra le strade di Roma con slogan, cantando, utilizzando fischietti e altri arnesi, tra cui coperchi da cucina, per farsi sentire al loro passaggio, accompagnati da bambini e ragazzi. La forza della manifestazione sicuramente sta anche nella presenza di alunni della scuola, a cui gli insegnanti hanno spiegato le motivazioni della loro protesta. Non passa inosservata nemmeno la data del 5 maggio e gli insegnanti scendono in piazza con striscioni che echeggiano ad un più famoso 5 maggio della storia: Ei fu, citano i versi di Manzoni, lo stesso autore che Renzi vuole eliminare dalla scuola. Nemmeno l'arte viene risparmiata e in uno striscione si cita il David esposto a Firenze, dove ignari studenti italiani, ignorando l'arte, lo scambiano per David Backham. Ma la fantasia non ha limiti e #renzistaisereno la tua buona scuola non la vogliamo è una citazione che riecheggia tra i manifestanti. Insomma, gli insegnati, con lo slogan "la buona scuola siamo noi" bocciano Renzi e il suo Ddl. Anche gli studenti scendono in piazza per dare il loro appoggio alla protesta. Si posizionano alla fine del corteo, seguiti a vista dalle forze dell'ordine, ma tranne che accendere qualche bengala e scandire slogan, sfilano compatti con i docenti dietro uno striscione che ne esprime tutta l'indignazione "Le scuole crollano gli studenti no". Uno dei provvedimenti più contestato è il ruolo del preside-sindaco che avrebbe pieni poteri all'interno della scuola, ma su questo il Governo non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro. "Sarà il più grande sciopero della storia della scuola italiana - a dirlo sono i Cobas che manifestano autonomamente sotto la sede del ministero dell'Istruzione in viale Trastevere con canti, musica - è la prima volta che i sei principali sindacati scioperano insieme". A Roma, nonostante il caldo, arrivano treni, pullman da tutte le parti d'Italia e il corteo è lunghissimo. In partenza da piazza della Repubblica, quando il corteo giunge a piazza Santa Susanna, dalla fine dello stesso continuano ad aggiungersi docenti e studenti in arrivo con i mezzi pubblici. Quando si è a pizza del Popolo, la parte finale del corteo arriva intorno alle 12.30, quando ormai i comizi sono cominciati e la gente prova a trovare ristoro non proprio tutti nella piazza, ma anche attorno, cercando zone d'ombra poichè il caldo è insopportabile. Ma i cortei si sono svolti in 7 città, oltre a Roma, ci sono stati a Milano, Bari, Aosta, Palermo, Cagliari, Catania e protesta anche a Firenze e Bolzano, dove era in visita il premier Renzi. Altre città si sono preparate per continuare la protesta nel pomeriggio e nei prossimi giorni. La protesta non si fermerà al 5 maggio, ma continuerà con sciopero bianco, flash mob, occupazioni e qualsiasi altra forma di protesta che porti il Governo a rivalutare e soprattutto rivedere il Ddl sulla scuola. La notizia marginale che da la stampa è quella della presenza a scuola della moglie di Matteo Renzi, mentre per le adesioni si parla di una vera e propria vittoria, le scuole chiuse dovrebbero essere circa l'80%, ma per saperlo bisogna aspettare qualche giorno. Sta di fatto che la scuola non ha alcuna intenzione di arrendersi e che non ha, come scandito ancora dalla piazza, voglia di far passare un decreto, come quello elettorale, in sordina. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 09:58:52 |
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