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Sfilano a Roma gli insegnanti della scuola pubblica, riuniti sotto le sigle sindacali minoritarie, Anief, Uniobas e Usb, che avevano indetto lo sciopero per la scuola e per dire il proprio forte no al nuovo ddl di Matteo Renzi che porta con se un cambiamento del tutto epocale per la scuola italiana. I no dei sindacati sono stati scanditi più volte all'interno della manifestazione, dove insegnanti di ogni ordine e grado e soprattutto i precari, hanno voluto mostrare al Governo che la direzione presa per la Riforma detta "La buona scuola" non prevede nulla di positivo. Le tre sigle sindacali bocciano all'unisono e incondizionatamente il nuovo progetto della scuola. Dai poteri ai presidi, che diventerebbero gestori di un'azienda, alla chiamata diretta degli insegnanti, in questo caso sempre a discrezione del dirigente scolastico. Ma i no continuano anche sulla valutazione e sulle normative che regolerebbero gli stipendi, gli orari e il lavoro dei docenti. Un no che, per gli stessi insegnanti, prevede la visione dei colleghi europei, dove, nonostante il differente sistema scolastico, sono evidenti le differenze a livello retributivo, lavorativo e d'orario. Mentre il Governo e il ministro Pier Paolo Padoan puntano il dito sulle troppe vacanze dei ragazzi e vogliono incentivare il lavoro volontario e non retribuito, gli insegnanti si confrontano con orari e giornate lavorative dei colleghi europei e sottolineano la parità di vacanze e orario lavorativo, oltre alla grande disparità di salario. Tra le disparità anche i mezzi messi a disposizione dalla scuola e le mancanze di strumenti essenziali per l'andamento della stessa, dalla carta igienica alla carta per le fotocopie, dalla carta per lavorare alla mancanza di infrastrutture. Cambiare la scuola deve essere soprattutto un modo per cambiare e mettere in sicurezza gli edifici scolastici. Il novanta per cento di questi, denunciano i tre sindacati, non sono agibili e rischiano di provocare danni agli alunni e al personale scolastico. Manca la reale presa di coscienza degli interventi urgenti da effettuare all'interno della scuola, onde evitare i catastrofici incidenti dei mesi scorsi. Rivendicazioni, queste, che hanno visto Usb, Anief e Unicobas scendere in piazza per prime e trascinare, sempre secondo le intenzioni delle stesse, i grandi sindacati che "senza di noi non sarebbero scesi in piazza". Ora si attende l'evento per il 5 maggio, dove a richiamare tutti i docenti, il personale scolastico e chi vuole scendere insieme alla scuola, sono le tre sigle sindacali Cigl, Cisl, Uil. Ma la protesta sembra non volersi fermare a queste date, in programma anche il 12 maggio, un'altra giornata di sciopero per la scuola. Insomma, gli insegnanti sono stufi di essere presi per nullafacenti e pigri, eccoli allora pronti alla "lotta dura senza paura"! |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 10:06:44 |
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