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Nel 2016 si procederà con tagli alla spesa corrente per circa 10 miliardi e questo sopratutto per non dover essere costretti a mettere in atto le clausole di salvaguardia, che si abbatterebbero come una mannaia sull'economia dei cittadini attraverso ulteriori aumenti dell'i.v.a. e delle accise. Il governo pensa di poter recuperare circa 16 miliardi di euro spostando l'attenzione su addendi di diversa natura e sul criterio di flessibilità europea che, com si sa, è strettamente legato alla realizzazione delle riforme. Applicando integralmente la "clausola di flessibilità" sulle riforme si riuscirebbe a ricavarne circa 7/8 miliardi di euro e ciò farebbe slittare il pareggio di bilancio al 2018. Da Palazzo Chigi, hanno fatto sapere che nel DEF - Documento di Economia e Finanza - e all'interno del programma nazionale sulle riforme, che saranno approvati il prossimo Venerdi, si iniziano a delineare i risultati delle riforme che sono in lavorazione per l'approvazione Ad oggi però, non si conosce ancora quale sarà l'impatto delle riforme sul Pil e non è una cosa di poco conto dal momento che proprio la clausola di flessibilità è subordinata al risultato positivo delle riforme sul lungo perdiodo in correlazione col bilancio pubblico e questo fa comprendere come sia difficile stabilire nettamente quali saranno gli effetti dei tentativi - da parte del governo - di mantenere una line economica che non incida negativamente sull'economia delle famiglie. Nel frattempo Bruxelles tiene sotto controllo gli effetti del Jobs Act e si pensa che, fra Aprile e Giugno, sarà possibile varare i restanti decreti legge. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/12/2024 09:20:34 |
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