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Il paese dei due pesi e delle due misure

Il paese dei due pesi e delle due misure
Autore: Teresa.Corrado - Redazione Attualita'
Data: 30/03/2015

Ci domandiamo da sempre, senza protestare, peraltro, perché l’Italia è il paese dei due pesi e delle due misure. Da anni, infatti, continuiamo a vedere i nostri politici e giudici, utilizzare il potere datogli dal popolo e per il popolo a loro piacimento. Di esempi ce ne sono un’infinità. Spesso si usano anche nei confronti di chi approda nei nostri lidi in cerca di fortuna. Sia chiaro, io sono per l’accoglienza, contro il razzismo, ma sono anche e soprattutto per la giustizia. Una giustizia che l’Italia fatica a comprendere e a rendere attuale e con questa frase potrei andare a ritroso nel tempo alla ricerca di fatti, episodi storici che ce lo rammentano.

Sì, perché in Italia il concetto di giustizia non si è mai realmente concepito. Io sono consapevolmente convinta che gli italiani sono degli ottimi oratori, che sanno scrivere cose bellissime, ma concretamente sanno realizzare molto poco, soprattutto a causa delle ingiustizie che si sono perpetrate negli anni. Ma non voglio andare in dietro nel tempo, sarebbe come voler lasciare tutto nel passato. Voglio parlare di oggi, del 2015, del terzo millennio, dei cento anni della nostra Unità e della nostra tradizione.

La politica gioca da anni a pesare con differenza i suoi rappresentanti, spesso aiutati anche dalla giustizia e quindi da quei membri che poi si ritrovano ad amministrare la giustizia. Non è nuovo il comportamento delle dimissioni. Premettendo che in un paese democratico, un politico che si ritrovi immischiato in uno scandalo anche se piccolo, si dimette e che qui in Italia non è così, si possono cominciare a tirare le somme.

Al governo ci sono moltissimi eletti che hanno pene giudiziarie pendenti o che sono a processo, indagati in processi per frode, spesso nei confronti dello Stato o per concussione con la mafia e che continuano a sedere sulle loro poltrone, nonostante consulenze fasulle, doppi lavori ecc. E qui mi viene in mente il vigile che prendeva malattia per andare a fare l’istruttore subacqueo. Lui, uomo di poco conto, frodatore dello Stato, è stato immediatamente licenziato e mandato a processo. I politici, no, sono riparati dal fatto che sono politici.

Il caso più eclatante della politica di questi giorni, sono state le dimissioni del ministro Maurizio Lupi, coinvolto ma non indagato, nell’inchiesta per gli appalti pubblici. Per me giustissima la decisione delle dimissioni, perché il governo deve dare anche un senso di trasparenza. Sei coinvolto con intercettazioni rese pubbliche che minano la tua professionalità soprattutto al potere. Adesso però, ci sia aspetta anche le dimissioni dei 4 sottosegretari che sono indagati. Invece Renzi blinda i sottosegretari, proteggendoli, perché del Pd, cosa che non ha fatto con Lupi perché Ncd, alleato ma non dello stesso partito. Certo, se i sottosegretari o altri politici dovessero dimettersi, tra di questi ci dovrebbe essere lo stesso premier Renzi indagato per i conti della provincia e del comune di Firenze, quando a dirigerli c’era proprio il “trasparente” Matteo Renzi, ma questa è un’altra storia.

Un altro esempio dei due pesi e delle due misure, proviene dall’ufficio delle entrate. Mi spiegate, per favore, perché i grandi nomi dell’economia, dello sport, dello spettacolo, se devono ridare allo Stato i soldi per evasione fiscale possono avvalersi di sconti enormi, ma un povero cittadino, invece è costretto a pagare l’intera somma? Non importa se poi non avrà i soldi per andare a mangiare, se gli pignoreranno la casa e forse anche lo stipendio, ma la somma va restituita interamente?

Un giro lo facciamo anche a livello della giustizia, dove in tutto il mondo viene rappresentata da una bilancia ferma a metà, ma che qui in Italia, pende sempre da una parte. Il caso assurdo di un cittadino italiano che a più di sett’anni e con inizio di Alzheimer, ha rubato un salame da 1,79 euro e che adesso è stato condannato a un versamento di più di 11mila euro. si rasenta l’assurdo sulle nostre politiche giudiziarie. Quell’uomo o quella donna che ha condannato l’anziano, ha avuto almeno la decenza di chiamarlo non vedendo un legale presentarsi per difenderlo? Questa è il garantismo italiano? Un uomo che non si difende può essere condannato, un uomo che si porta una schiera di avvocati può essere assolto? Ma come, se uno straniero o uno zingaro viene colto a rubare, con intento, non si fa nemmeno la prigione, beh, anche se la fa, forse è il momento per darsi anche una ripulita, ma comunque viene aiutato da fondi prelevati ai cittadini, ma per un povero anziano non ci sono attenuanti? Le diamo agli assassini, le diamo ai delinquenti ma non a chi sbaglia una volta. E la giustizia italiana è ricca di casi di ingiustizia nei confronti di cittadini caduti nella ragnatela delle mal governo giuridico.

Dov’è la giusta misura? Me lo son chiesta a lungo ripensando, solo in queste ultime settimane, ai casi della nostra giustizia, ai casi della nostra politica e alla conferma che l'uguaglianza non esiste in Italia




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