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Disabil: oltre 4 milioni di elettori snobbati dalla Politica

Disabil: oltre 4 milioni di elettori snobbati dalla Politica
Autore: Il Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 04/03/2015

Ogni partito politico per sopravvivere, deve individuare un bacino elettorale di riferimento.  I Partiti nazionali, si spartiscono una grande torta di elettori che nel nostro paese è pari a circa 45 milioni di persone. Per fare un esempio concreto: i partiti tendenzialmente  di Sinistra, abbracciano storicamente le istanze della gente comune, del popolo, delle fasce meno abbienti. I partiti di centro destra si riferiscono a una classe sociale di livello più alto, composto da professionisti o imprenditori. I Radicali hanno scelto di sostenere istanze controcorrente, come il libero utilizzo della Cannabis o il miglioramento della condizione delle persone detenute in carcere.

Tutti hanno il loro elettorato di riferimento e, anche se solo a parole, continuano a promettere la risoluzione delle problematiche e delle istanze di chi si sente rappresentato da questo o quel partito.

Le cose sono un poco cambiate in questi anni di grande recessione economica. In special modo in Italia, la crisi ha fatto sviluppare in maniera esponenziale il livello di corruzione all’interno della classe dirigente. Una crisi economica dalle proporzioni addirittura maggiori di quella della grande crisi del ’29, permette una lunghissima serie di atti corruttivi che si trovano proprio tra le pieghe delle criticità sociali. Al crollo del sistema paese, corrisponde una maggiore possibilità di impossessarsi di finanziamenti pubblici che dovrebbero essere messi a disposizione del territorio e della popolazione e che invece finiscono nelle casse delle cosche malavitose e di personaggi politici con esse collusi. E’ una storia vecchia come il mondo, che si replica a oltranza. Adesso però, le cose stanno cambiando e la popolazione sempre più perde affezione nei confronti di un sistema politico ormai palesemente troppo compromesso in vari atti di corruzione ma anche in un sostanziale andamento omissivo di azioni a sostegno dei cittadini, specialmente di fascia medio-bassa.

Un tentativo di cambiamento per ciò che riguarda l’elettorato di riferimento, lo sta attuando Matteo Salvini, Lega Nord, che durante la manifestazione organizzata con Casapound e Fratelli d’Italia nella Capitale lo scorso 28 Febbraio, si è rivolto un po’ a tutti: pensionati, esodati, precari, disoccupati ma anche agricoltori, pescatori, razzisti e padri separati. Una bella macedonia di cittadini cui chiedere voti, tanto da scendere a compromessi e arrivare fino a Roma ladrona o addirittura chiedere scusa ai “Terùn” per averli considerati “animali che non si lavano”. Mancava qualche slogan a sostegno dei trans e delle ballerine di Lap dance e Salvini avrebbe fatto Bingo.

Non una parola su di loro. I disabili. Quei circa 4 milioni di contribuenti ed elettori che la politica nazionale snobba da sempre. In realtà Matteo Salvini li ha presi in prestito ultimamente, per ribadire che “i disabili italiani prendono pensioni da circa  300 euro mentre gli extracomunitari, molto di più”. E’ il suo chiodo fisso, quello degli extracomunitari. Il leitmotiv scelto a fondamento delle campagne elettorali e delle promesse ormai proferite da ogni partito durante tutto l’arco dell’anno.

Chiediamoci ora perché nessun partito politico si riferisce a un elettorato di oltre 4 milioni di persone, i disabili appunto, che secondo recenti stime del Censis sono destinati a superare i 5 milioni di persone entro il 2020.

Per quale motivo non si sollecitano queste persone a dedicare la loro attenzione politica a questo o quel partito? Il motivo è molto semplice.

Lanciare vane promesse all’elettorato comune è una metodica che continua a funzionare, anche se gli ultimi dati relativi alle elezioni politiche tracciano una linea al ribasso per ciò che riguarda la scarsa partecipazione della gente ormai stufa di ottenere nulla, il metodo continua a dare i suoi frutti.

E’ facile promettere di cancellare la grande evasione fiscale. Quando si può verificare che sia stato effettivamente fatto qualcosa in tal senso? Oppure, promettere che si farà di tutto per aumentare i posti di lavoro, nulla di più aleatorio a livello di programma politico visto che non si possono aumentare i posti di lavoro in una nazione che sta subendo la desertificazione delle commesse di prodotti e servizi. Se le aziende non ricevono ordinativi, come possono assumere nuovo personale?

I disabili sono un capitolo a parte. Ai disabili non si può promettere qualcosa di vago. I disabili hanno necessità che spesso sono legate alla quotidianità e alle tante piccole e grandi cose che ne fanno parte. E poi ci sono diversi tipi di disabili: fisici, intellettivi. Nel nostro paese, lo sappiamo bene, non esistono concreti programmi di inclusione atti a ristabilire pari opportunità a chi è disabile e chi ha disabilità intellettive è maggiormente sottoposto al disinteresse istituzionale.

Non si può promettere “Cancelleremo le barriere architettoniche” e poi non spendere un centesimo per realizzare la promessa. Così come non si può pensare di promettere di aumentare pensioni di invalidità e assegni di sostegno, i più bassi d’Europa con una media pro capite di 437 euro al mese e poi non mettere sul piatto i finanziamenti necessari ad aumentare gli importi mensili.

Le persone con disabilità hanno necessità che devono essere risolte. Concretamente, non a parole. Non si può prendere in giro gente che combatte ogni giorno contro un sistema mostruoso che li pone costantemente di fronte agli ostacoli peggiori, provate a immaginare come deve essere la giornata tipo di chi è costretto a vivere su una sedia a rotelle in una Città italiana le cui strade sono lastricate da buche se non da voragini e dove le barriere architettoniche sono distribuite ovunque.

Non puoi promettere a un disabile di dotare le stazioni ferroviarie o della rete metropolitana o dei Bus di adeguate strutture per l’accesso ai disabili e poi non far nulla. Se poi non si fa nulla, hai perso l’elettore. Subito.

Oltre 4 milioni di persone quindi sono quasi del tutto invisibili e addirittura non vengono nemmeno prese in considerazione dalla politica nazionale che, di fatto, ha deciso molto tempo fa che il welfare familiare debba sostituirsi al sistema di welfare statale.

Ora provate a pensare; se la politica fa a meno di una grossa fetta di elettorato a cui, come abbiamo visto, non potrebbe semplicisticamente promettere qualcosa che poi matematicamente non verrebbe confortato dai fatti, come si può ancora credere agli slogan politici e alle promesse elettorali sventolate alla gente comune al solo scopo di razzolare consensi? E badate bene, consensi non voti, dal momento che le ultime Leggi elettorali varate nel nostro paese hanno di fatto reso inutile la partecipazione al voto da parte degli elettori, che non scelgono nulla, con buona pace di chi ancora è convinto che “il voto sia un diritto”. Lo è, nei paesi in cui vigono leggi elettorali che considerano ancora il popolo sovrano

Se la Politica conservasse ancora qualcosa di buono, vi assicuro che si distribuirebbe - più o meno equamente - anche questo bacino di oltre 4 milioni di persone. Come abbiamo visto però, nessuno ha interesse a smascherare se stesso rendendo palese l’insostenibile leggerezza delle promesse elettorali. 




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