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E’ fresca la notizia di una nuova scoperta sul virus dell’Hiv, giunta dal centro di ricerca di Trieste Icgeb, in collaborazione con il Dipartimento di Medicina dell’Università di Trieste e il Genethon di Parigi, con a capo il professore triestino Mauro Giacca,genetista e direttore del Centro di Medicina Molecolare, che ha spiegato come si comporta il virus. Finora non era mai stato localizzato, si è sempre saputo che il virus dell’Hiv si impossessava delle cellule ma nessuno era mai riuscito a localizzarlo. Adesso si sa che l’Hiv si nasconde proprio nella parte più lontana dal nucleo, vicino al guscio esterno che lo delimita, in corrispondenza alle strutture del polo nucleare, lo stesso attraverso il quale ha avuto accesso all’interno, laddove è più difficile essere raggiunto dai farmaci. La scoperta ha avuto ovviamente un’eco a livello mondiale, pubblicata sulla rivista Nature, dedicata alla ricerca scientifica d’eccellenza, ha aperto la strada ad un nuovo obiettivo nel tentativo di debellare un virus che dagli anni ’80, quando è deflagrato in tutto il mondo, ha continuato a mietere vittime e dal quale nessuno dei malati è mai veramente guarito. Finora le cure hanno sempre solo rallentato la corsa del virus ma non lo hanno mai definitivamente debellato, proprio per questa sua capacità di inserirsi nel nucleo dei linfociti e non farsi trovare dai farmaci. Il virus dell’Aids ha una capacità insolita di inserire il proprio Dna in quello delle cellule che infetta diventando così parte del loro patrimonio genetico. La grande domanda a cui gli scienziati non sapevano rispondere adesso forse troverà risposta, perché il virus colpisce solo determinati geni e ne ignora altri, perché sceglie soltanto alcuni dei 20mila geni umani per integrarsi e come riesce a nascondersi dentro di questi. La risposta data dall’InternationalCentre for GeneticEngineering and Biotechnology è legata alla presenza di due proteine chiamate NUP153 e LEDGF/p75. Non solo questa la buona notizia sul fronte perché segue a pochi giorni di distanza quella che arriva dallo ScrippsResearchInstitute in California, dove gli studiosi hanno modificato il Dna delle scimmie per creare uno scudo contro l’Hiv. Il professore Michael Farzan, a capo della ricerca, ha spiegato come in laboratorio è stato sviluppato un inibitore molto potente e ad ampio spettro che ha funzionato perfettamente sulla specie animale. Le scimmie hanno reagito positivamente all’inoculazione continua del virus, fino a un anno dall’assunzione. Altri esperimenti sono già stati condotti lo scorso settembre dagli studiosi dell’Oregon Health and Science University sulle scimmie con Siv, l’equivalente dell’Hiv umano e hanno ottenuto ottimi risultati eradicando completamente il virus. Le foto scattate alle cellule e al loro nucleo hanno quindi letteralmente stanato il virus che fa di tutto per nascondersi,come le cellule terroristiche, quelle lontane e silenti pronte ad esplodere all’improvviso. Ora non più o perlomeno si spera sempre meno considerando la pericolosità dell’immunodeficienza umana che dal 1981 ha già ucciso trentanove milioni di persone,lasciando il corpo esposto a patologie opportunistiche come la tubercolosi o la polmonite. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 22:55:53 |
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