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I morti per amianto non avranno alcun tipo di giustizia nel caso Eternit. La Corte di Cassazione ha infatti sottolineato che il processo era già prescritto prima del rinvio a giudizio del miliardario svizzero Schmideiny. E' quanto si legge nelle motivaziono del verdetto emesso lo scorso 19 Novembre e appena depositate dalla Cassazione. Scandaloso l'annullamento dei risarcimenti che sarebbero dovuti andare alle familgie delle vittime: secondo la sentenza della Cassazione infatti, essendo prescritto l'intero processo, anche i risarcimenti decadono Secondo la Cassazione: "la consumazione del reato di disastro non può considerarsi protratta oltre il momento in cui ebbero fine le immissioni delle polveri d'amianto prodotte dagli stabilimenti gestiti da Stephan Schmidheiny e cioè non oltre il mese di giugno dell'anno 1986, in cui venne dichiarato il fallimento delle società del gruppo". Singolare poi la considerazione dell'Alta Corte che ha osservato come, l'imputazione di disastro a carico di Schmidheiny non era la più adatta da applicare per il rinvio a giudizio dal momento che la condanna massima sarebbe troppo bassa, per chi miete morti e malati, perché punita con 12 anni di reclusione. "Colui che dolosamente provoca, con la condotta produttiva di disastro, plurimi omicidi, ovverosia, in sostanza, una strage verrebbe punito con solo 12 anni di carcere e questo è insostenibile dal punto di vista sistematico, oltre che contrario al buon senso" |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 22:47:36 |
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