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Le parole di Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri italiano, rilasciate a SkyTg24 commentando la situazione libica, sono allarmanti. Secondo il ministro l'Italia sarebbe "pronta a combattere in un quadro di legalità internazionale" qualora la situazione lo richiedesse". La Libia che sta per essere occupata dall'Isis, è solo a 200 miglia dall'Italia e questo la pone in una situazione di attenzione. L'Isis non si ferma e a Sirte vengono occupate alcune tv e radio locali, attraverso le quali i miliziani jihaidisti hanno trasmesso un discorso del loro capo, il califfo Abu Bakr al Baghdadi. Nella giornata di giovedì alcuni twitter di personaggi riconducibili all'Isis, avevano annunciato l'uccisione di ventuno copti egiziani, rapiti a inizio gennaio. A conferma della stessa strage, la stessa Isis ha mostrato alcune foto delle uccisioni. Ma conferme ufficiali da altre fonti non sono ancora giunte. Forze dell'isis sono presenti anche a Tripoli, dove lo Stato islamico ha rivendicato l'attentato a Tripoli all'hotel Corinthia, dove i kamikaze morirono uccidendo anche cinque stranieri il 27 gennaio scorso. Non solo, ma i militanti cominciano a dettare la sharia nelle zone occupate, dove le donne vengono prese di mira. A loro viene proibito vestirsi in modo occidentale, truccarsi e soprattutto intrattenersi con gli uomini. Ma ciò non impedisce agli stessi di usare violenza sulle stesse e sulle persone indifese. In un clima così incandescente e senza pace, l'Italia prende una decisione importante: richiamare tutti i connazionali che si trovano in Libia chiedendo loro di rientrare. L'Italia e i suoi cittadini sono bersaglio delle forze dell'Isis e non solo. Anche la situazione così instabile ha convinto il ministero a richiamare i cittadini italiani in patria, perchè non è possibile garantire la loro sicurezza all'interno del paese libico. L'Eni, alla richiesta di sicurezza per i propri dipendenti, ha rassicurato le autorità italiane, affermando che dipendenti italiani dell'azienda, presenti in Libia, sono pochi e limitati ad alcuni siti operativi offshore. I siti continuano a lavorare monitorando con estrema attenzione l'evolversi continua della situazione in Libia. Nonostante le tensioni del paese, continuano a partire, dalle coste libiche, barconi sui quali vengono ammassati centinaia di persone e lasciate alla deriva del Mediterraneo. Anche oggi sono stati soccorsi 700 migranti distribuiti in 7 gommoni. Alle operazioni di soccorso hanno partecipato i mezzi della Guardia Costiera italiana e alcuni mercantili dirottati sul posto dalla capitaneria di porto italiana.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 10:33:22 |
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